Turchia, violenza alla stampa

24 luglio 2013

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Almeno 105 giornalisti (6 di loro stranieri) sono stati percossi o colpiti da lacrimogeni e pallottole di gomma nei giorni di protesta di Gezi Park.

Il lungo elenco con nomi e tipo di violenze ricevute, compare nelle pagine del network indipendente Bianet .

Il report sui giornalisti imprigionati in Turchia è stato invece presentato ieri dal Partito Repubblicano del Popolo (CHP), principale partito di opposizione, che denuncia siano 69 i giornalisti tratti in arresto e 123 quelli in attesa di giudizio con accusa di terrorismo. La Turchia, rileva il CHP, è il paese del mondo con il più alto numero di giornalisti in carcere e si posiziona al 154 ° posto su 179 paesi , nella libertà dei media. Il Partito Repubblicano del Popolo insieme al Sindacato dei giornalisti turchi (TGS)  denuncia anche che ben 59 giornalisti turchi sono stati licenziati per i loro articoli relativi alle proteste di Gezi Park.

A fare le spese della dura repressione alla libertà di stampa in Turchia è stato anche il fotoreporter italiano Mattia Cacciatori, arrestato il 6 luglio scorso a Istanbul e trattenuto in carcere per tre giorni per aver partecipato alla marcia non autorizzata dei manifestanti. Cacciatori ha fatto ritorno in Italia anche grazie all'intervento della rappresentanza diplomatica italiana  ma qui ha saputo che a breve ad Istanbul inizierà il processo contro di lui per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e per aver partecipato alla marcia illegale, reati per i quali rischia 7 anni di carcere.