Anatolia orientale, sull'isola di Akdamar sul lago di Van, sorge una chiesa millenaria, un simbolo forte per tutti gli armeni. Nella squadra degli architetti che dovranno eseguire i lavori di restauro della chiesa di Sante Croce c'è anche l'architetto armeno Zakerya Mildanoglu
Di Muzaffer Saglam, Yeni Aktuel, Luglio 2005
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Fabio Salomoni
La vicenda è accaduta duemila anni fa. Una mattina di primavera un pastore arrivato sull'isola si è imbattuto nella splendida Tamara. Immediatamente i due si sono innamorati. Per potersi incontrare all'insaputa del padre della ragazza, hanno cominciato a darsi appuntamento la sera. Tamara segnalava la sua posizione lasciando una candela sugli scogli e il pastore seguendo la luce a nuoto raggiungeva l'isola. Non ci è voluto molto però perché il padre di Tamara si accorgesse di quanto stava accadendo. Una notte di tempesta, dopo aver rinchiuso la figlia ha lasciato una candela nella solita posizione sugli scogli. İl giovane pastore nonostante la tempesta che imperversava sul lago si è tuffato in acqua per raggiungere l'amata. Le onde del lago lo hanno però fatto affogare. Ah Tamara! Sarebbero state le sue ultime parole prima di scomparire tra i flutti.
Questa è la leggenda che ci sarebbe all'origine del nome dell'isola di Akdamar, nel lago di Van nell'Anatolia Orientale, sulla quale si trova una famosa chiesa armena. Dobbiamo precisare che il terribile padre di Tamara era il sacerdote della chiesa.
La ragione per cui la chiesa è tornata d'attualità è legata ai lavori di restauro.
Negli ultimi tempi si è molto parlato in Turchia di restauri e soprattutto degli errori ad essi connessi. Per quanto riguarda la chiesa della Santa Croce però l'oggetto della discussione non sono tanto i restauri quanto un nome compreso nel gruppo che li dovrà effettuare: Zakarya Mildanoglu. Zakerya Mildanoglu negli anni '90 aveva avuto l'onore delle cronache finindo in un articolo dal titolo "Chi sono questi comunisti?". A lui avevano riservato il sottotitolo " Da Cristo a Marx" .
Tre anni fa la gara d'appalto del Ministero della Cultura per il restauro della chiesa di Akdamar. A vincerla il progetto di Yakup Hazan. Nel maggio scorso poi l'impresa di costruzioni Kartalkaya ha vinto la seconda gara d'appalto.
Il titolare dell'impresa, Cahit Zeydanli, ha pensato di inserire nella squadra di restauratori anche un esponente della comunità armena. Dopo aver avuto l'approvazione del ministero ha cominciato a cercare in Turchia ed in Armenia qualcuno che potesse fare da consulente durante i lavori. Si è rivolto anche al Patriarca armeno Mesrob Mutafyan. In breve tempo il Patriarcato ha comunicato un nome. Mildanoglu ha accettato senza esitazioni ma è un po' infastidito, e lo fa sapere, da questa responsabilità, dall'essere l'architetto tanto atteso.
"Il mio nome è stato fatto dopo consultazioni con il Patriarca e di questo sono orgoglioso. In fondo io sono armeno e la mia storia è qui. Da un mese per l'emozione non dormo. Sto provando quello che proverebbe un architetto musulmano al quale fosse stato affidato il restauro della Caaba".
Zakarya Mildanoglu è infastidito dal fatto che quando si parla del restauro della chiesa di Akdamar esca fuori solamente il suo nome.
Racconta che per il restauro sono state prese in considerazione tecniche diverse da quelle usate abitualmente, l'impresa ha lavorato con molti esperti diversi, uno dei quali è stato fatto venire anche dall'Italia.
La chiesa della Santa Croce, con più di mille anni di storia, è molto importante per gli armeni. Zakarya racconta che "Per qualsiasi armeno, dovunque si trovi, questa chiesa occupa un posto tutto particolare". In Armenia ci sarebbero anche corsi sull'architettura di Akdamar.
In occasione del recente Congresso Internazionale di Architettura svoltosi ad Istanbul, il Presidente dell'Ordine degli Architetti armeni si è detto molto felice per la notizia dell'imminente restauro e si è dichiarato pronto a fornire tutta la collaborazione necessaria.
La chiesa è importante dal punto di vista religioso ma anche da quello turistico. Si racconta di anziani armeni in lacrime che si inginocchiano appena approdati sull'isola.
Purtroppo però fino ad oggi è stata trascurata, addirittura l'isola è stata usata per i pic-nic, nei giorni di festa pullula di persone affannate intorno ai barbecue. Gli affreschi all'interno si sono così anneriti, tanto che è praticamente impossibile ammirarli. Peggio, sulle pareti esterne sono visibili fori di proiettile.
Dato l'enorme valore storico della chiesa si parlerà molto dei lavori di restauro una volta terminati. E si parlerà soprattutto di Mildanoglu. Fin da ora, nonostante sia uno soltanto dei componenti della squadra, si discute molto della ragione della sua scelta e anche della sua competenza. Mildanoglu sostiene che in tema di restauro in Turchia si sono compiuti errori enormi ma che molte critiche sono state fatte in modo superficiale, senza far della ricerche accurate "Ci sono stati addirittura degli architetti che mi hanno consigliato di ricoprire la cupola conica della chiesa con del rame". Quando si parla di restauro due sono i concetti preliminari da tenere in considerazione: il primo è distinguere tra le parti storiche e quelle che sono state aggiunte in seguito. Un lavoro difficile per occhi non esperti ma fondamentale. Il secondo concetto è l'uso di materiali che si possano facilmente rimuovere. Questo da un lato permette di poter utilizzare le nuove tecniche che vengono introdotto nell'arte del restauro e nello stesso tempo consente di poter facilmente rimediare ad eventuali errori. Secondo quanto ci ha detto la coordinatrice del progetto Fatma Sedes il restauro non significa ricostruzione ma salvaguardia di quello che è rimasto " O meglio permettere che possa rimanere in piedi ancora per molto. C'é un detto nell'architettura italiana: caso per caso. Ogni monumento presenta problemi specifici e specifiche soluzioni. Nel restauro la condizione principale è poter salvaguardare queste condizioni particolari ".
Anche questo restauro presenta delle difficoltà. In Turchia si fanno cattivi restauri non solamente perché ci sono restauratori incapaci o imprese che non conoscono il loro lavoro. Anche l'errata scelta delle tecniche da utilizzare può provocare errori. Scelte errate che sono state compiute anche in Italia, uno dei paesi più avanzati nel campo del restauro. Ad esempio la Cappella di Assisi ha subito danni gravi provacati dall'errata scelta del metallo utilizzato nei lavori di consolidamento. Cahit Zeydanli è convinto che il restauro della chiesa della Santa Croce diventerà un modello da imitare "Ogni materiale che utilizziamo è l'ultimo ritrovato della tecnologia. Di più, abbiamo scoperto da un libro di un autore armeno scritto in tedesco da dove provengono le pietre utilizzate nella costruzione. Dal villaggio di Kotum a Tatvan. E noi prenderemo le pietre dallo stesso posto. Non abbiamo vinto la gara d'appalto con l'intenzione di fare soldi. Per noi è una questione di prestigio, una questione d'onore. Se sarà necessario ci metteremo soldi di tasca nostra ma la chiesa alla fine dei lavori sarà in una condizione splendida".
Zeydanli è sicuro che non si faranno errori ma dice di essere aperto a tutte le idee e suggerimenti "Invece di aspettare la fine dei lavori per criticare, che vengano ora ed esprimano il loro parere. L'importante è che non ci colpiscano alle spalle appena il lavoro sarà finito".
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