I paesi dell'Europa centro-orientale hanno accolto moltissime persone in fuga dalla guerra in Ucraina. La maggior parte dei rifugiati si dice soddisfatta dell'assistenza ricevuta, ma quasi la metà di loro si trova al di sotto della soglia di povertà
(Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla testata bulgara Mediapool nell'ambito del progetto PULSE)
Più dell'80% delle famiglie ucraine è soddisfatto dell'aiuto ricevuto nei paesi europei in cui ha chiesto asilo, ma ciò nonostante quasi la metà di loro si trova al di sotto della soglia di povertà. Una dimostrazione del fatto che l'aiuto, seppur apprezzato, non è sufficiente. È quanto emerge dal Rapporto inter-agenzie sulla protezione e responsabilità nei confronti dei rifugiati ucraini pubblicato a fine giugno dall'Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr). Il documento esamina la situazione della protezione dei rifugiati ucraini in sette Paesi dell'Europa centro-orientale: Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Moldavia e Bulgaria.
Per lo studio sono state intervistate 11.530 famiglie ucraine. Il livello di soddisfazione che hanno espresso per l’assistenza ricevuta varia da paese a paese: i risultati migliori riguardano la Moldavia (98% di soddisfatti), la Slovacchia (90%) e l'Ungheria (88%), mentre livelli di soddisfazione più bassi si registrano in Bulgaria (69%) e Romania (61%). In media, il 7% delle famiglie si è dichiarato insoddisfatto dell'assistenza ricevuta, soprattutto per quanto riguarda l'ammontare del sostegno finanziario. L'insoddisfazione è particolarmente evidente nelle famiglie che comprendono una persona con invalidità.
L’assistenza a cui hanno diritto i rifugiati ucraini è diversa in ogni paese dell'UE. La maggior parte degli stati membri ha rivisto i suoi programmi di sostegno previsti per chi fugge dai conflitti, che ora si concentrano specificamente sull'integrazione delle persone e famiglie ucraine.
La situazione in Bulgaria
Oltre 2,2 milioni di rifugiati ucraini hanno attraversato la Bulgaria dall'inizio dell'invasione russa su larga scala dell'Ucraina, e a febbraio 2024 ne erano rimasti almeno 52mila, perlopiù donne e bambini. La protezione temporanea è stata concessa a più di 174mila persone.
La Bulgaria dispone di un programma di assistenza umanitaria per gli sfollati ucraini, in base al quale lo Stato paga l'alloggio degli ucraini a cui è stata concessa la protezione temporanea. Queste persone sono ospitate in strutture statali e alberghi. Secondo i dati del Ministero delle Finanze, nel 2023 lo Stato ha pagato 56 milioni di leva (28,6 milioni di euro) per la sistemazione dei rifugiati negli alberghi; a febbraio 2024 circa 5.600 persone erano ospitate in strutture statali. Dall'inizio della guerra più di 25mila persone hanno trovato rifugio nell'ambito del programma.
Tutti gli stranieri che beneficiano di protezione temporanea in Bulgaria hanno il diritto di registrarsi presso i centri per l’impiego e avvalersi degli stessi diritti dei cittadini bulgari. Possono per esempio partecipare a programmi di formazione o inserimento lavorativo, avviare un'attività in proprio o essere indirizzati verso un lavoro adatto. Nel 2023, 2180 cittadini ucraini hanno beneficiato di servizi per l'impiego.
Secondo i dati dell'Agenzia nazionale delle entrate, al 30 giugno 2024 in Bulgaria erano impiegati in totale 14.786 cittadini ucraini, di cui 12.594 con la protezione temporanea. Si concentrano soprattutto nelle regioni costiere di Burgas e Varna e nella zona di Sofia, e sono perlopiù impiegati in alberghi e ristoranti (6.223 persone) o in attività commerciali o manifatturiere. Non è chiaro quale sia la quota di occupati nell’economia informale.
“L’accesso al sostegno sociale è difficile”
I cittadini ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea in Bulgaria possono beneficiare dell'assistenza sociale negli stessi termini dei cittadini bulgari. Hanno diritto a un'indennità annuale una tantum per far fronte a bisogni occasionali relativi a salute, istruzione, servizi e altre necessità vitali, spiega a Mediapool il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Questo aiuto – dal valore massimo di 1578 leva (806 euro) – viene concesso solo se si è effettivamente verificato un inconveniente e la famiglia non ha la possibilità di coprire da sé le spese impreviste. Nei primi sei mesi del 2024 questo sostegno è stato fornito in 142 casi.
Lo Stato fornisce assistenza sanitaria ai bambini e agli adulti sopra i 63 anni con protezione temporanea, ma trovare un medico di base è un problema. I rifugiati riferiscono di avere difficoltà a districarsi nel labirinto del sistema sanitario bulgaro. A 124 cittadini ucraini è stato poi concesso il sostegno finanziario mensile a cui hanno diritto le persone con invalidità.
Tuttavia, dall'inizio della guerra a oggi sono state presentate appena 33 richieste di assistenza sociale da parte dei rifugiati bulgari nei centri di crisi, nei centri di sostegno alla comunità, nei centri diurni per persone con disabilità e simili. Il motivo principale è la barriera linguistica.
“Per legge è previsto l'accesso al sostegno sociale, ma in pratica pochissime persone lo ricevono ed è molto difficile soddisfare i requisiti per riceverlo. Accade soltanto in casi eccezionali. Uno di questi è il caso di una madre ucraina sola con quattro figli, di cui uno affetto da paralisi cerebrale ed epilessia, che ha bisogno di alimentazione parenterale. Solo il suo cibo mensilmente ha un costo di duemila leva (circa mille euro n.d.r.), e dopo molte segnalazioni e lamentele hanno ricevuto un aiuto di 1250 leva”, ha dichiarato a Mediapool Vanya Dobreva, una volontaria di Varna che fin dai primi giorni di guerra aiuta i rifugiati ucraini.
“Non possono rivolgersi a uno psicologo o a un logopedista in una lingua che per loro è straniera. Né può un bambino autistico frequentare un centro diurno in lingua straniera”, commenta Dobreva. Secondo lei pochissime persone con disabilità in difficoltà ricevono una valutazione individuale dei bisogni per ottenere un aiuto adeguato.
Tra i problemi Dobreva segnala il fatto che i rifugiati ucraini non hanno diritto agli assegni familiari e alle agevolazioni fiscali per i figli. Ci sono inoltre problemi nell'includere i cittadini ucraini nel mondo lavorativo e dei corsi di qualificazione a causa dei documenti burocratici richiesti.
La situazione in Romania
Dall’inizio della guerra in Romania sono passati 5,5 milioni di ucraini e circa 100mila hanno deciso di rimanere. Oltre 21mila di loro si sono registrati presso i centri per l’impiego al fine di ricevere informazioni, consulenza e servizi di collocamento; 2.736 sono stati assunti tramite questo canale. La maggior parte delle posizioni sono in alberghi, bar e ristoranti, edilizia o trasporti.
A partire dall'aprile 2023 il governo romeno ha modificato le condizioni per la concessione di assistenza finanziaria: i rifugiati ucraini possono ricevere per quattro mesi consecutivi un aiuto di 600 lei (120 euro) a persona per il cibo e di 750 lei (150 euro) per l'alloggio, oppure di duemila lei a famiglia (400 euro). Scaduti i quattro mesi, solo i rifugiati che possono dimostrare di avere un posto di lavoro in Romania e figli iscritti al sistema scolastico continuano a ricevere i soldi per l'alloggio.
Sebastian Pricop di Hotnews (Romania) ha collaborato alla realizzazione di questo articolo.
Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.
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