A Symi l'accoglienza dei rifugiati è autogestita

9 marzo 2016

bubble icon

Lesbo, Samos e Leros sono le isole che più frequentemente si nominano quando si tratta di sbarchi di rifugiati. Ce ne sono altre, però, molto più piccole e meno conosciute che hanno visto ugualmente l'arrivo sulle proprie coste di migliaia di persone.

Tra queste si può nominare Symi, un'isola di 2.000 abitanti nel Dodecaneso dove nel 2015 sono approdati più di 7.000 rifugiati partiti dalle coste turche. Non essendoci nessun tipo di aiuto governativo, gli abitanti dell'isola si sono auto organizzati per aiutare le persone che giornalmente approdano sull'isola. La popolazione di Symi, insieme ad altri volontari, ha così costituito l'associazione Solidarity Symi.

Gli abitanti hanno messo a disposizione le proprie lavatrici per poter lavare gli indumenti dei rifugiati, o allungato dalla finestra una prolunga per permettere loro di ricaricare i cellulari. Inoltre, il vecchio edificio della posta è stato trasformato in magazzino e centro dell'associazione. Sull'isola sono state organizzate cene, buffet ed un concerto di violoncelli per poter finanziare l'acquisto di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. In questo modo si è potuto prestare un primo aiuto ai rifugiati che rimanevano sull'isola per pochi giorni prima di essere trasferiti ad Atene o in altre città della terraferma.

Tanta anche la solidarietà da parte di turisti ed espatriati, che hanno fatto arrivare a Symi ogni genere di aiuti.

La società civile si è poi mobilitata, in collaborazione con Medici Senza Frontiere, per ricevere un corso di primo soccorso. Allo stesso modo sono stati organizzati degli incontri pubblici per discutere insieme della crisi dei rifugiati e su come poter migliorare l'accoglienza a Symi.

Symi ha anche creato un network con le altre isole vicine tra cui Tilos, Halki e Kastellorizzo attraverso cui vengono scambiate informazioni, esperienze sull'accoglienza ma anche vestiti ed altri beni materiali in base alle necessità ed agli arrivi.

Scopri di più su Solidarity Symi sulla loro pagina Facebook