Alenka Bratušek, un resoconto

7 ottobre 2014

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La slovena Alenka Bratušek è una delle protagoniste della penultima tornata di audizioni del 6 ottobre 2014, assieme all'italiana Federica Mogherini. L'ex premier della Slovenia è arrivata a Bruxelles con l’incarico di commissario europeo per l’energia e con le tante polemiche che hanno accompagnato questa sua nomina.

Ecco perché nel discorso iniziale la candidata ha voluto sin da subito fugare eventuali dubbi negando di essersi auto-nominata e asserendo di essere stata scelta da Juncker rispetto ad altre due opzioni. Questo non le ha però evitato duri attacchi su twitter appena è iniziato il primo round di domande.

Al di là del diffuso pregiudizio che si è creato dopo due settimane di accese critiche, le parole di circostanza dell'ex-premier in risposta alle precise e aggressive domande dei parlamentari sono parse troppo generali, ripetitive ed imprecise. Sono così passati in secondo piano i tre pilastri del suo mandato: un forte mercato interno, la crescita delle rinnovabili ed una spinta allo sviluppo sostenibile ed eco-friendly.

La preoccupazione in questo settore è in particolare legata alla sentita necessità di diminuire la dipendenza energetica europea rispetto alla Russia. L'obiettivo di questo dipartimento della commissione è quello, per il 2020, del cosiddetto 20-20-20, secondo cui si cercherà di raggiungere la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990; un fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili per almeno il 20%; nonché l'aumento del 20% dell'efficienza energetica.

La strategia di Alenka Bratušek sembra molto debole soprattutto a fronte del suo incarico di coordinamento di altri commissari. Forse il Parlamento europeo chiederà a Juncker di sostituirla.

 

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