Balcani occidentali: ripartito il processo di Berlino

4 novembre 2022

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Riconoscimento reciproco di carte d'identità, diplomi e qualifiche professionali: a Berlino lo scorso 3 novembre sono stati firmati tre accordi tra i sei paesi dei Balcani occidentali, per facilitare la libera circolazione dei cittadini e rilanciare l'integrazione regionale.

I sei paesi dei Balcani occidentali riconosceranno reciprocamente le carte d'identità, i diplomi e le qualifiche professionali dei loro cittadini. Si tratta dei tre accordi firmati il 3 novembre a Berlino, che faciliteranno la libera circolazione dei cittadini della regione - non avranno più bisogno di passaporti o visti - e promuoveranno la "reciproca integrazione" di Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia.

Questi accordi tra Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Serbia  e Montenegro rappresentano un passo avanti positivo per la regione, in un momento in cui le relazioni tra Kosovo e Serbia continuano ad essere tese. Inoltre, segnano il ritorno del "Processo di Berlino", piattaforma negoziale regionale per accompagnare i paesi balcanici verso l'integrazione europea, con la Germania che riesce a fare ciò che l'iniziativa regionale Open Balkans - al di fuori dell'ombrello dell'UE - ha cercato di fare senza successo.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz nell’incontro tenutosi ieri ha ricordato che i paesi dei Balcani occidentali "appartengono all'Europa libera e democratica" e che è necessario "restare uniti" mentre la guerra infuria alle porte dell'UE. Ha inoltre sottolineato un certo senso di urgenza: "È giunto il momento di superare i conflitti regionali che durano da troppo tempo, che vi dividono e frenano i vostri paesi dal cammino dell'integrazione europea".

"In particolare - secondo il cancelliere tedesco - va accelerato il processo di normalizzazione dei rapporti tra Kosovo e Serbia”. Scholz ha confermato con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen l'esistenza di una proposta franco-tedesca per risolvere le divergenze tra Kosovo e Serbia, senza però renderne pubblico il contenuto.

La Germania sembra star esercitando particolare pressione sulla Serbia. Alla vigilia del vertice, un membro del governo tedesco ha dichiarato che il governo serbo deve decidere se aderire all'UE o passare a una partnership con la Russia: "La necessità di prendere una decisione sta arrivando a un punto critico in vista degli sviluppi geopolitici".

Anche per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, Belgrado è sotto pressione: Olaf Scholz ha invitato i paesi dei Balcani occidentali ad allineare le loro politiche sui visti con l'UE: la Serbia non richiede il visto per i cittadini di alcuni paesi dell'Africa, del Sud America, del Medio Oriente e dell'Asia - un elenco che comprende quei paesi che rifiutano di riconoscere l'indipendenza del Kosovo -, favorendo così l'arrivo di migranti che poi cercano di raggiungere l'Europa occidentale.

Sempre a Berlino la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ricordato che è previsto un pacchetto di aiuti di un miliardo di euro per "proteggere i gruppi più vulnerabili" di fronte alla crisi energetica e "incentivare la diversificazione energetica" nella regione. 500 milioni di euro saranno disponibili da gennaio "per aiutare le famiglie e le piccole e medie imprese ad attenuare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia".

Link: Le Courrier des Balkans


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