I rifugiati ed il marsupio porta bimbi

4 marzo 2016

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La Grecia ha visto arrivare sulle sue coste 123 mila persone dall'inizio del 2016. Anche se toccata da una grave crisi economica, la società civile greca ha dato prova di solidarietà nei confronti dei rifugiati.

Moltissime sono le iniziative sorte a Lesbo, Samo, Chio, le isole su cui approdano gran parte dei rifugiati, ma anche ad Atene e a Salonicco.

In quest'ultima città a fine agosto 2015 è nato il progetto "Marsupi porta bimbi per i rifugiati di Idomeni". Un gruppo di donne di Salonicco, frequentando il campo di Idomeni per distribuirvi dei vestiti, si accorse che i rifugiati facevano fatica a portare i neonati, visto che oltre a loro avevano con sé anche altri effetti personali. Non potendosi permettere di acquistare marsupi nuovi, ebbero l'idea di costruirli da sé.

Hanno utilizzato dei materiali di recupero e cucito dei modelli semplici che poi vengono distribuiti a Idomeni.

I marsupi possono essere utilizzati per bambini fino ai 4/5 anni e lasciano libere le mani e le braccia del genitore. Il gruppo inizialmente riusciva a fabbricarne 20/30 al giorno. Un numero alto ma non sufficiente a coprire i bisogni di tutti i piccoli rifugiati. L'Ong italiana "Un sogno per la strada" ha ora donato loro una macchina da cucito professionale con cui riescono a comporne un numero molto maggiore.

Secondo l'UNHCR, il 34% dei rifugiati arrivati in Europa è rappresentato da bambini.

I volontari, soprattutto donne, si ritrovano ogni lunedì al Centro sociale Oikopolis dove hanno istallato il loro laboratorio. La rete di volontari si è ampliata ed è formata ad oggi anche da donne che non vivono a Salonicco ma che cuciono i marsupi a casa propria e poi li spediscono all'organizzazione. Sono benaccetti anche tessuti da poter utilizzare e altri materiali necessari per la fabbricazione dei marsupi.

L'iniziativa su Facebook e su un portale dedicato

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