Il Centro per la Pace di Zagabria denuncia casi di detenzione forzata a Slavonski Brod

23 marzo 2016

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A poche settimane di distanza dalla pubblicazione del report del Centro per la Pace di Lubiana a proposito di violazioni dei diritti dei rifugiati, l'omologo croato ha compiuto una denuncia simile.

Il CMS (Centar za Mirovne Studije) di Zagabria in collaborazione con Are You Syrious? e l'iniziativa Welcome! ha presentato il 16 marzo scorso un report in cui si evidenziano episodi di detenzione forzata all'interno del campo di Slavonski Brod, nel nord del paese.

Aperto nel novembre 2015 ufficialmente come campo di transito, ospita in un settore a sé stante anche persone di nazionalità né siriana né irachena che, non potendo continuare lungo la cosiddetta rotta balcanica, vengono lì bloccate. Queste persone, secondo il rapporto, vengono detenute forzatamente per giorni in container prima di essere espulsi. Si sostiene che almeno 600 persone abbiano subito un trattamento simile.

Anche se l'ingresso a questa sezione del campo non è permessa ai volontari, tramite interviste ed osservazioni compiute dagli attivisti del Moving Europe Project è emerso che i rifugiati detenuti non avessero accesso alle strutture igieniche di base né assistenza legale, medica e psicologica.

Altra accusa mossa dal report è quella che i rifugiati detenuti a Slavonski Brod non hanno accesso a nessuna informazione sul perché si trovino lì e rispetto al loro status. Oltretutto si denuncia l'eccessivo potere decisionale in mano agli interpreti (il più delle volte non adeguatamente preparati a svolgere tale compito) che solamente in base all'accento o al dialetto parlato dal soggetto possono stabilire se la persona ha diritto all'asilo oppure no.

Per il CSM la Croazia sta violando sia le leggi nazionali in materia sia le normative internazionali. Si propone in alternativa di collocare i rifugiati non ritenuti idonei alla concessione del diritto d'asilo all'interno di strutture di accoglienza (al momento vuote) a Zagabria e di costruirne di nuove, dove comunque venga garantita la libertà di movimento.

La società civile croata si è molto mobilitata in difesa dei diritti dei rifugiati. L'iniziativa Welcome! ad esempio unisce circa 60 organizzazioni della società civile per un totale di più di 400 volontari che si adoperano per l'accoglienza ed il supporto dei rifugiati presenti nel paese. Il network ha organizzato le manifestazioni "Safe passage now" e "Closing of Borders Kills" a Zagabria.