Il Montenegro invitato a far parte della NATO
2 dicembre 2015
Il Montenegro diventerà presto il 29° stato membro dell'Alleanza Atlantica: è quanto hanno deciso mercoledì 2 dicembre a Bruxelles i ministri degli esteri della NATO, che hanno invitato il piccolo stato adriatico ad avviare i negoziati d'adesione. La sua membership potrebbe realizzarsi nel giro di un paio d'anni, una volta negoziato e ratificato dai 28 parlamenti dell'Alleanza il Protocollo d'adesione.
Per il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, la decisione rappresenta "un passo importante nell'integrazione euro-atlantica dell'intera regione dei Balcani occidentali, e rende chiaro che la NATO mantiene la porta aperta, per completare la nostra visione di un'Europa unita, libera e in pace." Per Stoltenberg, la decisione riflette "il fermo impegno [del Montenegro] ai nostri valori comuni e alla sicurezza internazionale." Resta necessario, secondo il segretario generale NATO, che il paese continui nelle riforme del settore della difesa e nel consolidamento dello stato di diritto. Anche il Commissario europeo per l'allargamento Johannes Hahn sottolinea come "l'invito nella NATO è il riconoscimento degli sforzi di riforma del Montenegro. Ma molto resta ancora da fare: il cammino verso UE e NATO richiede continui sforzi per il consolidamento dello stato di diritto".
Il Montenegro è il primo paese ad essere invitato nella NATO dopo l'adesione di Croazia ed Albania nel 2009. E' inoltre il primo paese ad aver subito un bombardamento NATO (quando era parte della Repubblica federale jugoslava, durante la guerra del Kosovo) ad aderire all'Alleanza. Podgorica aveva già in corso relazioni strette con la NATO, con un Membership Action Plan firmato nel 2009, solo tre anni dopo l'indipendenza, e aveva nel 2013 rifiutato alla Russia l'uso dei suoi porti.
L'invito ad aderire era atteso già negli scorsi anni, ma era stato rimandato nel 2014 per via di timori occidentali sulle infiltrazioni russe nei servizi segreti montenegrini. Le proteste di piazza degli scorsi mesi erano state inoltre prese da spunto da parte della Russia per denunciare il processo d'integrazione atlantica come divisivo all'interno del paese. Ma almeno parte dell'opposizione montenegrina aveva presto smentito ogni contrarietà all'adesione alla NATO, concentrando le proprie proteste sulla corruzione e la mancanza di democrazia. All'interno del piccolo paese la stessa élite politica, quella del Partito Democratico dei Socialisti del premier Milo Đukanović, è al potere da fine anni '80, in continuità con la leadership jugoslava di allora. Il Montenegro deve ancora sviluppare una compiuta democrazia dell'alternanza.
L'allargamento della NATO nei Balcani occidentali resta in stallo per ciò che riguarda la Macedonia, bloccata ormai dal 2008 dal veto della Grecia, nonostante la Corte Internazionale di Giustizia abbia sancito l'illegalità di tale posizione. Malgrado il periodico ricorso a retoriche filo-russe, anche gli altri paesi della regione mantengono relazioni strette con la NATO: la Bosnia ed Erzegovina ha firmato un Membership Action Plan nel 2009 e punta un giorno all'adesione, nonostante secondo i politici serbo-bosniaci ciò possa avvenire solo a seguito di un referendu, mentre la Serbia ha firmato nel gennaio 2015 un Individual Partnership Action Plan.