Mirovni inštitut di Lubiana: la Slovenia scoraggia le domande d'asilo

8 marzo 2016

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Il Centro per la Pace (Mirovni inštitut) di Lubiana, fondato nel 1991, è un istituto privato, indipendente e non profit che compie ricerca scientifica ed interdisciplinare rispetto a temi quali diritti umani e minoranze, media, gender e politiche culturali.

All'interno del loro sito, dal settembre 2015, è stata creata la sezione speciale "Monitoraggio delle politiche sui rifugiati, delle informazioni fornite e della lotta contro la xenofobia" che raccoglie, ad oggi, diciotto report. L'ultimo ad essere pubblicato è intitolato "Cambiamenti significativi nel trattamento dei rifugiati".

In quest'ultimo si sottolinea che la Slovenia nel febbraio 2016 ha ricevuto 90 domande di protezione internazionale. Da settembre 2015 a gennaio 2016 erano state 162, un numero molto simile a quello registrato nello stesso periodo dell'anno precedente. Nonostante l'esiguo numero di richieste d'asilo presentate e di rifugiati ospitati nei centri, il report descrive un crescente clima di paura, di tensione e di intolleranza nel paese sia da parte della popolazione che delle istituzioni.

I rifugiati, una volta arrivati in Slovenia, non ricevono alcuna notizia rispetto alle procedure di protezione internazionale. Non sempre vi sono dei traduttori e non si fa riferimento al fatto che vi è possibilità di chiedere asilo anche in Slovenia. Nel report viene riportato che la polizia pone delle domande fuorvianti le cui risposte posso essere utilizzate per rigettare la richiesta. Se alla domanda "Cosa pensi di fare in Germania?" il rifugiato risponde "ho intenzione di studiare, o di completare gli studi" l'asilo può essere negato. O ancora se la persona specifica di voler cercare un lavoro in Germania, l'affermazione viene utilizzata dalla polizia slovena per catalogare il soggetto come "migrante economico". In sostanza la Slovenia sta cercando di limitare il più possibile il numero delle domande d'asilo nel paese.

Un altra denuncia rivolta alle autorità slovene è quella che i minori non accompagnati vengono registrati con altri adulti anche se questi non sono i genitori o parenti stretti ed insieme a loro continuano il viaggio verso l'Austria e la Germania. Solamente i minori non accompagnati molto piccoli restano in Slovenia ma all'interno di istituti per nulla adatti all'accoglienza di bambini.

La Slovenia ha due principali centri di accoglienza: quello di Dobova, al confine con la Croazia e quello di Sentilj, al confine con l'Austria. Da metà febbraio è stato riaperto anche quello di Lendava che ospita i rifugiati la cui domanda d'asilo è stata rigettata dall'Austria. Non è chiaro quello che succederà a queste persone.