Serbia: le femministe di "Atina" che sostengono i rifugiati vittime di violenza
23 marzo 2016
Atina è una ong serba composta da attiviste femministe che dal 2004 si occupano di assistere le vittime di violenza e di trafficking. Da alcuni mesi collabora con l'International Rescue Commitee (IRC) occupandosi delle donne rifugiate (e in casi minori di uomini) vittime di violenza.
Le attiviste di Atina visitano regolarmene gli hotspot serbi (Preševo e Šid in particolare ma anche Belgrado) dove incontrano i soggetti più vulnerabili e dove individuano casi di stupro, prostituzione, matrimonio forzato, aggressioni sessuali e altre forme di sfruttamento. L'obiettivo è quello di ascoltare queste persone e fornire loro un supporto psicologico e materiale. Si tratta, in breve, di andare oltre l'assistenza umanitaria e permettere a questi soggetti di iniziare un primo percorso di riabilitazione.
Il team di Atina presente sul campo consta di psicologi, mediatori culturali, assistenti sociali e può contare sull'esperienza decennale delle volontarie che da anni affrontano casi simili.
Marijana Savić, direttrice di Atina, sottolinea come nessuno viene a dire di essere stata vittima: "C'è bisogno di un ambiente che le aiuti e le sostenga e in cui possano esprimersi". Ugualmente necessario per la Savić è che le donne vengano informate direttamente lungo la rotta rispetto a dove si trovino o quali siano i loro diritti senza pensare che sia l'uomo a farlo.
Finalità di Atina è anche quella di sensibilizzare le altre associazioni ed organizzazioni presenti sulla rotta balcanica a dare attenzione anche alle donne superando la visione patriarcale e riconoscendo che le donne rifugiate, in quanto tali e non solamente come "madri", hanno bisogni diversi da quelli degli uomini.
Secondo Atina i casi di violenza sessuale nei confronti dei rifugiati è costantemente in crescita, sopratutto a scapito dei cosiddetti non-SIA che hanno meno (o nulle) possibilità di entrare in Europa e che, pertanto, si affidano maggiormente ai trafficanti.
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