Un aggiornamento sulla cosiddetta rotta balcanica, direttrice di transito di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Cosa è cambiato dopo l'introduzione delle misure di contenimento della pandemia da coronavirus e quanti sono ancora i migranti bloccati nei vari centri di accoglienza nei Balcani
Deportazioni verso Vučjak o verso i boschi al confine, quasi a voler invitare i migranti ad andarsene. Ma allo stesso tempo a chi è registrato e vive nei campi, viene impedita la libera circolazione. Un resoconto di Silvia Maraone, project manager di IPSIA, in questi giorni in missione di monitoraggio tra Bihać e Velika Kladuša
Sono sempre di più i migranti che nel loro viaggio verso l'Europa occidentale passano dalla Bosnia Erzegovina, ancora impreparata a gestire una possibile emergenza
Madina è una bimba afgana, morta sotto a un treno al confine tra Serbia e Croazia dopo che la polizia croata l'aveva respinta indietro con la sua famiglia. Un commento di chi quella bambina l'ha conosciuta di persona
In Serbia risiedono quasi 8.000 tra rifugiati, richiedenti asilo e migranti. Di questi circa 4.000 sono ospitati in 18 centri tra i quali quello di Bogovadja. Il racconto di una volontaria italiana che vi lavora dal mese di luglio
Attraversando la rotta balcanica, la sensazione è che la questione dei migranti sia sempre più relegata alle regioni più marginali dell'Europa. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il viaggio realizzato da rappresentanti di Ipsia e Caritas Ambrosiana lungo la rotta balcanica che migliaia di profughi percorrono, dalla Turchia alla Slovenia, alla ricerca di salvezza in nord Europa
Ne avevamo parlato l'inverno scorso, quando il freddo sterminava i cani del canile di Gorjevac (Bihać, Bosnia Erzegovina) e qualcosa si fece. Ora con il caldo la situazione per gli animali è nuovamente drammatica. Una situazione che mette in evidenza come in Bosnia, non solo per i cani ma per ogni battaglia sociale, manchi una continuità allo sforzo iniziale
Un centinaio di cani, richiusi in gabbie di due metri. Muoiono congelati o divorati da altri per fame. E' l'inferno del canile di Gorjevac, voluto poco prima delle elezioni locali dall'ex sindaco di Bihać. I cani che rimangono per strada, vengono avvelenati o uccisi a colpi di pistola
Un gruppo di attivisti omosessuali nella Belgrado di oggi che tenta di organizzare il gay pride. Sono i protagonisti del film Parada del regista Srdjan Dragojević proiettato pochi giorni fa a Bihać in Bosnia Erzegovina. Una tragicommedia sociale che sta portando in tutti i Balcani il suo messaggio di tolleranza e difesa dei diritti umani, ma che a Bihać è stato accolto da un pubblico incivile
Cinquantamila persone hanno ricordato venerdì in Croazia il primo atto della fine violenta della Jugoslavia, ponendo al centro delle celebrazioni il coraggio dei difensori caduti per la Patria. Il ventennale della caduta di Vukovar ricorda le sofferenze senza evocare il perdono: il racconto di Silvia Maraone