Dura crisi all'interno del partito socialista albanese. Si scontrano i suoi due principali leader, Ilir Meta, attuale primo ministro e Fatos Nano. Da Tirana ce ne parla Llazar Semini, corrispondente dell'Osservatorio.
Non è una novità nei Balcani come dimostrano le recenti rivelazioni sulle persone controllate sotto il regime Tudjman in Croazia. Ma suscita scalpore avvenga nella Bosnia degli Accordi di Dayton. L'Apel, un sindacato di giornalisti, chiede chiarezza.
Due iniziative negli stessi giorni che legano città italiane e dei Balcani. Un'occasione per accrescere l'integrazione dal basso, purché si coinvolgano comunità e territori.
Uno sguardo alle condizioni di vita dei cittadini della Serbia: differenze tra Sud e Nord del paese, alto costo della vita e bassi salari, la fiacchezza del governo e i numerosi scioperi in atto, anticipazioni di un bollente inverno nel cuore dei Balcani.
Cittadini, lavoratori e pensionati bosniaci in balia di una riforma sociale che stenta a garantire il minimo indispensabile. Alcune riflessioni su un sistema sociale tutt'altro che accettabile.
Secondo il quotidiano Vjesnik (6.12) non vi sarebbero più ostacoli alla realizzazione del piano DruzbAdria, che prevede un oleodotto che trasporti petrolio dalla regione russa di Samara al porto di Omisalj, nei pressi di Fiume, in Croazia. Questo fatto dovrebbe segnare anche l'inizio della privatizzazione del monopolio petrolifero nazionale INA. Si prevede infatti anche una partecipazione importante di capitale russo.
Sembra stia per partire anche la privatizzazione di un altro grande monopolio statale: la HEP che si occupa di produzione e distribuzione di energia elettrica. Il viceprimo ministro Goran Granic ha dichiarato a proposito che nessun soggetto potra' disporre di più del 10% della proprieta' di HEP (Slobodna Dalmacija, 8.12). Dal parlamento croato, Sabor, arrivano intanto informazioni (non troppo positive) sull'andamento economico del Paese: circa ventimila imprese croate si trovano ai limiti della bancarotta. Unica notizia positiva dal produttore nazionale di latte Lura: i prezzi dei suoi prodotti infatti diminuiranno in media del 5% (Vecernji list, 6.12).
Il nostro corrispondente ci racconta di Tetovo, in Macedonia, città che rischia di seguire il destino di altre città dei Balcani, divise dalla folle logica dell' "omogeneità etnica".
Il difficile rientro della comunità bosniaco-musulmana nella cittadina a trenta chilometri da Mostar. Anche in questi giorni nuovi e preoccupanti incidenti.
Un'interessante e attuale rappresentazione dello stato sociale in Croazia. Tra le varie questioni toccate nello sviluppo dell'approfondimento, vi sono: le riforme in corso, le connesse incertezze della popolazione e l'abolizione di alcune leggi di tutela sociale.
Opposizione della destra croata alla ratifica dell'accordo di associazione e stabilizzazione con l'Unione Europea: "lede alla nostra sovranità nazionale".
Il PDK di Hashim Thaci abbandona l'aula ancor prima che si voti la presidenza dell'assemblea. Per l'elezione del Presidente del Kossovo si rimanda tutto a giovedì.
Il CeSPI, all'interno del programma MIGRACTION Europa, ha promosso un Bollettino di analisi sulle politiche migratorie in Europa. E' on line il primo numero.
Sono passati due anni dalla scomparsa di Tudjman. La destra lo commemora. L'attuale presidente Stipe Mesic ricorda gli errori commessi dall'ex-presidente in Bosnia Erzegovina e l'isolamento internazionale al quale avevano portato le sue politiche. Ma lasc
Il ministro dell'educazione della Republika Srpska denucia il persistere di libri di testo adottati in Federazione con contenuti offensivi nei confronti della comunità serba. Ma anche la RS non se la passa meglio.
Il Presidente Sarovic rientra da una visita a Mosca e dichiara che le autorità russe sostengono la posizione della Republika Srpska contraria ad una revisione degli Accordi di Dayton. Ed intanto invita la comunità internazionale a "farsi da parte".
Dal nostro corrispondente da Banja Luka (Republika Srpska, BiH) un'intervista con il direttore del "Centro per le Iniziative Civili", Igor Stojanovic. L'intervista offre alcuni spunti per una riflessione sul ruolo e l'impegno delle organizzazioni non governative in Bosnia-Ervegovina, rispondendo alle domande riguardanti il potere delle ONG nella costruzione della società civile, la visibilità delle ONG stesse, le difficoltà nell'accedere ai finanziamenti ed infine l'osservazione dei processi politici in atto nel paese. Testo in inglese.