Rossella Vignola 18 luglio 2014

Mentre il Parlamento Europeo in sessione plenaria approva una risoluzione sulla crisi in Ucraina, Elmar Brok, presidente della Commissione affari esteri del PE, si dice preoccupato di fronte alla instabilità nel "vicinato europeo"

Fonte: Parlamento Europeo

Nel giorno in cui il Parlamento europeo (PE) ha approvato una risoluzione sulla crisi in Ucraina, e all'indomani del nulla di fatto al vertice straordinario del Consiglio Europeo sulla nomina dell'Alto rappresentante per la politica estera, Elmar Brok, presidente della Commissione affari esteri del PE, esprime la propria preoccupazione sulle grandi sfide che attendono la politica estera comune europea.

Brok, figura di spicco del Partito popolare europeo (PPE), presidente della Commissione esteri per la sesta volta, nonché consigliere di Angela Merkel, si è detto preoccupato per la frontiera europea "in fiamme", osservando l'estensione dell'arco delle tensioni, dall'Ucraina al Medio Oriente: tutti focolai collocati nell'area del "vicinato europeo".

Sottolineando che l'UE ha bisogno di un ministro degli Esteri con esperienza, Brok ha deplorato l'assenza di una politica comune nei confronti della Russia e rispetto alla questione energetica. "Gli stati membri - ha affermato - devono capire che su queste questioni solo un'azione europea comune può rafforzare i nostri interessi". L'eurodeputato ha anche sostenuto che più del 70% dei cittadini europei desiderano una politica estera e di sicurezza comune più forte. "Diversamente da molti ministri - ha aggiunto - i cittadini hanno capito che soltanto lavorando insieme abbiamo qualche chance di sopravvivere in questo sistema". "Il vicinato europeo è in fiamme", ha concluso, richiamando la necessità di porre molta attenzione rispetto alla gestione delle crisi in corso, "altrimenti potrebbe essere davvero pericoloso per l'Europa".

Il giorno precedente all'intervento di Brok, il PE, durante l'ultima plenaria prima della pausa estiva, aveva approvato una risoluzione in cui invitava la Russia ad appoggiare il processo di pace in Ucraina, a far rispettare il cessate il fuoco da parte dei ribelli e a ritirare le proprie truppe dal confine attraverso un corridoio di sicurezza.

Il Parlamento ha inoltre auspicato nuove sanzioni alla Russia, di natura economica, finanziaria e nel settore energetico, e chiesto misure per la riduzione della dipendenza europea dal gas russo. Gli eurodeputati hanno accolto con favore la firma del trattato di associazione e dell'accordo di libero scambio tra UE e Ucraina, dichiarandosi pronti a ratificarlo. 

L'Europarlamento si è infine detto favorevole ad un possibile futuro ingresso dell'Ucraina, della Georgia e della Moldova nell'UE, tutti paesi del "vicinato europeo", l'area lungo le frontiere d'Europa in cui l'UE dieci anni fa aveva dichiarato l'intenzione di voler creare un anello di stati stabili e ben governati. La stessa area verso cui si è rivolta l'attenzione preoccupata di Elmar Brok, di fronte all'escalation delle crisi in Ucraina e Medio Oriente.

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