Dal rapporto redatto dalla rete europea delle ONG "Concord" emerge che i paesi europei non riusciranno a rispondere agli impegni assunti in tema di APS. l'Associazione ONG Italiane lancia un appello al governo italiano
Fonte: Assemblea della Associazione ONG Italiane
A una settimana dalla riunione dei Ministri dello sviluppo della Unione Europea - che indicherà se la UE manterrà gli impegni assunti in materia di aiuto ai Paesi in Via di Sviluppo (APS) - dal Vertice dei Ministri delle Finanze dei G7 e a poco meno di un mese dal Vertice dei G8, le 160 ONG aderenti alla Associazione ONG Italiane riunite in assemblea, ribadiscono la necessità e richiamano il dovere dei Governi dei Paesi UE e dell'Italia in particolare, ad allinearsi agli obiettivi fissati con la "road map" decisa nella Conferenza di Monterrey (Conferenza Internazionale sul Finanziamento per lo Sviluppo) e formalmente da essi confermati in diverse occasioni successive.
Nella giornata dell'11 maggio a Bruxelles, CONCORD - la nostra rete europea che rappresenta oltre 1600 ONG di sviluppo - ha presentato il rapporto "RISPARMIATE GLI APPLAUSI! I Governi della UE rischiano di non mantenere i loro impegni in materia di Aiuto", realizzato con l'apporto delle "Piattaforme Nazionali" - tra le quali per l'Italia l'Associazione ONG Italiane - e delle Reti e Famiglie europee delle ONG. Da tale rapporto si evince chiaramente come diversi Governi dei Paesi UE non potranno rispettare i rispettivi impegni assunti in materia di Aiuti ai Paesi poveri per il 2010 e per il 2015, fatto salvo un aumento drastico delle risorse stanziate.
L'andamento delle risorse disponibili per l'APS ristagnano a livelli percentuali del PIL inferiori a quelli promessi e per di più risentono della distorsione indotta dalla contabilizzazione di risorse che nulla hanno a che vedere con la cooperazione internazionale e la lotta contro la povertà. La media infatti delle risorse allocate per l'APS nel 2006 dagli Stati membri della UE a 15 si ferma allo 0,33% del PIL (pari a circa 47,5 Miliardi di Euro) del quale circa il 30% è cosiddetto "Aiuto gonfiato" in quanto relativo ad operazioni di cancellazione del debito, a costi per ospitare i rifugiati e per gli studenti stranieri in Europa.
Questo quadro europeo decisamente preoccupante, assume toni vergognosi se si analizza la situazione dell'Italia. La percentuale del PIL destinato all'APS nel 2006 è ai minimi storici dello 0,20% (2.925 Milioni di Euro in cifre assolute), del quale il 44% (cioè 1.278 Milioni di Euro) è da imputarsi alla cancellazione del debito di alcuni Paesi in Via di Sviluppo (374 Milioni nei confronti dell'Iraq e 607 Milioni per la Nigeria). In termini di aiuto reale, quindi, si deve parlare di una percentuale di PIL pari ad un misero 0,11% (1.647 Milioni di Euro), ovvero del 41% in meno rispetto al 2005. Come se non bastasse, i dati del Rapporto evidenziano ancora come il 38% dell'APS italiano è considerato dall'OCSE come cosiddetto "Aiuto legato", quando nello stesso 2006 la Gran Bretagna, l'Irlanda e i Paesi nordici hanno definitivamente abbandonato questa pratica vessatoria, la Francia lo ha ridotto al 13% e la Germania al 16%. Sono cifre e percentuali che equiparano il nostro Paese a Stati come Cipro, Ungheria o Slovenia - certo non annoverati tra gli 8 Grandi della terra; che relegano l'Italia all'ultimo posto della UE e a fanalino di coda dell'insieme dei Paesi OCSE.
Per questo l'Assemblea della Associazione ONG Italiane chiede al Governo che già con il DPEF (Documento di programmazione economico-finanziaria) per il 2007 e con ogni altra misura opportuna proceda a:
- stanziare per il 2008 una quantità di risorse per l'APS significativamente superiore a quella prevista per quest'anno e così dare un segnale inequivocabile della volontà di porre tra le priorità del Governo la lotta alla povertà ed il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
- definire e comunicare uno scadenzario certo per l'incremento delle risorse destinate all'APS al fine di corrispondere agli impegni assunti in sede di comunità internazionale e confermati con il programma di Governo, ovvero di stanziare lo 0,51% del PIL entro il 2010 e lo 0,7% del PIL entro il 2015;
- rendere maggiormente trasparente i bilanci pubblici in materia di cooperazione internazionale escludendo dal computo delle risorse allocate per l'APS quelle derivanti da operazioni di cancellazione del debito dei Paesi in Via di Sviluppo;
- porre fine alla pratica di "legamento dell'aiuto" e così dimostrare nei fatti che l'obiettivo dell'impegno del nostro Governo nella cooperazione internazionale è unicamente indirizzato alla lotta alla povertà e alla promozione di uno sviluppo umano equo e sostenibile.
Leggi il sommario del rapporto.