Nei giorni scorsi l'assemblea dell'Associazione ONG Italiane, a cui sono associate 150 organizzazioni, ha una nuova squadra e una nuova politica. Il neopresidente Gianfranco Cattai ha delineato quale sarà la politica del suo mandato: cooperazione più moderna, coerenza delle politiche nazionali e locali, valorizzazione delle esperienze e delle relazioni accumulate dagli attori di settore. Un'intervista di Unimondo
Fonte: Unimondo
L’assemblea dell’Associazione ONG Italiane (che rappresenta oltre 150 organizzazioni che cooperano con i diversi sud del mondo) ha una nuova squadra ed una nuova politica. La squadra vede come Presidente Gianfranco Cattai, già presidente FOCSIV . Vice Silvia Stilli, dell’Arci.
I nuovi consiglieri eletti sono Gemma Arpaia (Iscos ), Fabio Laurenzi (Coordinamento Ong e Associazioni di Cooperazione Toscana), Giancarlo Malavolti (Cocis ), Francesco Petrelli (Oxfam-Italia ) e Umberto Salvi (Coordinamento Ong Piemontesi ).
Il nuovo chairman è motlo chiaro rispetto alla politica che si porrà durante il suo mandato di presidenza: “La Presidenza dell’AOI è un servizio che assumo con profondo senso di responsabilità, in un momento in cui le nuove sfide del nostro tempo sollecitano una cooperazione più moderna, che chieda alle politiche nazionali e locali coerenza di impostazione e che valorizzi il patrimonio di esperienze e relazioni almeno quarantennale delle ONG italiane”.
Dalla prime parole del presidente sembra non vi sia, quindi, le preoccupazioni di sempre che sono 1) la riforma della legge 49/87 e 2) l’aumento dei fondi destinati alla cooperazione internazionale come previsto dagli accordi internazionali e che vede l'Italia al penultimo posto dei paesi OSCE. Un'onta. Si rischierebbe, in questo momento storico, di ululare alla luna perchè il governo tecnico pensa solo a tagliare e non a rilanciare. Quindi? Far ciò che rimane: la “coerenza di politiche nazionali”. Esse s'ispirano al vecchio adagio: non nuocere.
Attraverso cosa presidente?
“Un tavolo interistituzionale che metta assieme diversi attori, profit e nonprofit, impegnati nelle relazioni internazionali”.
E per conseguire quali obiettivi? Ci faccia un esempio.
“Non è possibile inondare paesi poveri con prodotti agricoli senza mettere in pericolo la loro sovranità alimentare e le ‘politiche coerenti’ devono emergere dalle specifiche conoscenze di diversi mondi. Le Ong italiane devono saper e poter dare il proprio contributo al ‘Sistema Italia’ che si affaccia al mondo con politiche che non si contraddicono, non confliggano e che, anzi, vadano nella stessa direzione”.
Più poveri e più sinergici?
Esatto. Lo dice lo stesso Zamagni. In periodi di vacche magre “per curare meglio i poveri serve la sussidiarietà circolare, che non esclude nessuno”.
Si. Ma per far questo le ONG devono parlare all’unisono.
Infatti l’assemblea AOI ci ha incaricato “di esplorare nuove formule aggregative con quanti degli attori italiani di solidarietà e cooperazione internazionale, nel rispetto delle pluralità, vorranno esprimere una rappresentanza unitaria mediante un proprio portavoce. Il fatto che il Governo Monti abbia proposto un Ministro della Cooperazione e Integrazione va esattamente in tal senso: non solo ci trova convinti ma è proprio nella direzione che da tempo molti di noi auspicano. Coerentemente, quindi, al fatto che l’innovazione necessita inevitabilmente di momenti di sintesi e convergenza, l’assemblea dell’AOI ha deciso di fare la propria parte”.
Auguri Presidente. Conoscendo il mondo della solidarietà internazionale la cosa non sarà affatto facile in quanto nel mare magnum vi sono sensibilità, concezioni filosofiche, budget diversi. Si va dalle multinazionali della solidarietà ai falchi dell’emergenza; dalle piccole associazioni caritatevoli alle ONG per l’autosviluppo.
Ma la sfida è importante. La nuova squadra AOI s’è costituita in un momento di fortissima crisi della cooperazione italiana, sia sul piano delle risorse - in seguito ai tagli di bilancio di circa l’88% avvenuti tra il 2008 e il 2011 - che di strategie e prospettive e sembra di “aver coscienza della loro debolezza” e, quindi, di non aver proprio nulla da perdere nel tentare di amalgamarsi con altri mondi per migliori politiche oltrefrontiera.
A proposito di “debolezza cosciente” cosa le ha detto il Ministro (purtroppo ancora privo di deleghe per operare) Andrea Riccardi?
“Caro Presidente le formulo gli auguri di buon lavoro per l’importante incarico al quale è stato chiamato, in un momento non facile per il mondo della cooperazione internazionale. Ho avuto modo di leggere le sue dichiarazioni di insediamento e ho apprezzato in particolare il passaggio in cui Ella esprime la volontà del mondo complesso delle Ong di coordinarsi e integrarsi per esprimere una rappresentanza il più possibile unitaria. Ciò consentirà di rendere più fluidi i rapporti con le istituzioni e il governo, ma anche di far diventare più autorevole la voce delle Ong, con il risultato di rafforzare notevolmente il sistema della cooperazione italiana”.
Nostro commento: c’è quindi necessità, in un paese ove è tutto triplice, dai colori della bandiera al sindacato che vi sia meno frammentazione e più unità da parte almeno delle ONG. Se iniziamo a guardare prima la pagliuzza che sta nel nostro occhio iniziamo bene. Ed anche noi ci permettiamo di augurare alla nuova squadra AOI buon lavoro.