Mahlde.Net è un progetto realizzato con il Programma Transfrontaliero adriatico, che ha coinvolto diverse municipalità, quattro regioni italiane, e altri omologhi di oltre adriatico. Presentati a Bari i risultati di tre anni di attività e dichiarato l'intento di proseguire con le attività
Fonte: Friuli-Venezia Giulia
I risultati del progetto "Mahlde.Net", finanziato nell'ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG III A Transfrontaliero Adriatico, sono stati presentati lo scorso 20 marzo a Bari, nel corso di un convegno che ha visto la partecipazione di tutti gli attori impegnati nell'iniziativa, ricevendo il plauso del sottosegretario agli Affari Esteri, Famiano Crucianelli. Il progetto intende creare una rete di cooperazione istituzionale per lo sviluppo della democrazia locale nell'area transfrontaliera adriatica, nel segno del partenariato.
Impegnati nella realizzazione della rete Mahlde.Net, oltre al Friuli Venezia Giulia, capofila, anche le Regioni Puglia, Emilia Romagna e Veneto, il Comune di Monfalcone, le Università Iuav di Venezia, di Padova e Trieste, lo Ial-Fvg, l'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, l'ALDA (associazione delle Agenzie di Democrazia Locale) e la rete delle 11 Agenzie di Democrazia Locale presenti nei Balcani.
Lo scorso 20 marzo l'assessore alle Relazioni Internazionali del Fvg, Franco Iacop, ha sottolineato "che, nell'ambito delle attività promosse dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, vi è l'intenzione di proseguire con il progetto "Mahlde.Net", mantenendo la rete creatasi e cercando di concentrare maggiormente le future attività di cooperazione sullo sviluppo economico locale, estendendo il partenariato al tessuto economico". Secondo Iacop, quindi, maggiori opportunità di dialogo e interazione tra mondo istituzionale e imprenditoriale; ma l'assessore va oltre: "Partendo da situazioni di difficoltà nell'area dei Balcani occidentali scaturisce la necessità di ricostruire situazioni di governo locale, di ridare alle istituzioni locali capacità e opportunità di essere protagonisti dello sviluppo". "Infatti - prosegue - alla luce delle iniziative di cooperazione e internazionalizzazione promosse nei Balcani, volte a supportare il processo di adesione dei Paesi di quell'area candidati all'ingresso nell'Unione Europea e alla creazione di strutture di sviluppo condiviso transfrontaliero, quali le Euroregioni e i macrodistretti industriali, risulta opportuno lavorare a ulteriori azioni per valorizzare e ottimizzare gli interventi svolti sinora nell'area balcanica".
Una posizione condivisa dagli assessori della Puglia e dell'Emilia Romagna. "Se non c'è pace nei Balcani, non c'è pace in Europa", ha sostenuto Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo della Regione Puglia. "Il rilievo politico, sociale ed economico di queste azioni, alla vigilia dell'avvio della nuova programmazione europea e nel quadro dell'allargamento, rilancia con forza la strategia di fare dell'intera Regione balcanica un luogo reale di integrazione e crea le condizioni basilari per facilitare l'ingresso a pieno titolo di tutti i Paesi che la compongono nell'UE". Anche per l'assessore alle Attività Produttive dell'Emilia Romagna, Armando Campagnoli, "la prospettiva dei Balcani passa per l'Europa e questo progetto è stato prezioso perché ha consentito la costruzione partecipata di un quadro conoscitivo generale delle pratiche di democrazia locale, la ricognizione e il monitoraggio dei nuovi istituti di democrazia locale sperimentati negli ultimi anni nel contesto delle Regioni Adriatiche Italiane e dei Paesi dell'Adriatico Orientale, nonché la valutazione della qualità della democrazia e il rafforzamento di uno strumento come il partenariato istituzionale".
Punto di forza del progetto, attuato nell'arco di tre anni, da novembre 2004 a marzo 2007, sono stati proprio il coinvolgimento attivo e l'effettiva cooperazione tra istituzioni, università, agenzie, organizzazioni non governative, associazioni impegnate in azioni concrete di promozione della democrazia locale nell'area balcanica. E la necessità che le azioni messe in campo da questa rete non si esauriscano qui è stata evidenziata anche dagli ospiti dell'altra sponda dell'Adriatico, Dubravko Opijac (Ministero Giustizia Bosnia Erzegovina) e Hyseni Xhemajl, sindaco di Gjlian. L'obiettivo è ambizioso: costruire un futuro in cui il destino di tutte le popolazioni interessate possa contare sulla democrazia e il dialogo e in cui il ruolo delle istituzioni coinvolte possa rappresentare una solida base per il progresso e lo sviluppo.