L'Ong italiana Cesvi ha organizzato il ciclo di seminari in corso in Bosnia Erzegovina, nell'ambito del progetto dedicato a minori in condizione di vulnerabilità finanziato da Cooperazione italiana. I destinatari dei seminari sono psicologi e psichiatri dei 56 Centri di salute mentale del paese, per migliorare le competenze nell'ambito della prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi mentali nei bambini
Fonte: Il Velino
Elaborazione di Osservatorio Balcani e Caucaso
E' iniziato lo scorso 24 gennaio in Bosnia Erzegovina un ciclo di seminari formativi per il personale dei Centri di salute mentale del paese. L’iniziativa, organizzata dall’Ong Cesvi - Cooperazione e Sviluppo, si tiene nell’ambito della terza fase del progetto “Sostegno alle azioni a favore di bambini/e in condizioni di vulnerabilità e a rischio in Bosnia Erzegovina”, finanziato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) della Farnesina.
Obiettivo dei seminari è migliorare le competenze degli operatori socio-sanitari per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei disturbi mentali minorili. Nonché lo sviluppo di un nuovo approccio comunitario, quale nuova strategia preventiva e concreta inclusione sociale, stimolando una riflessione su alcune specifiche metodologie di intervento per promuovere la presenza di buone prassi già attuate in Bosnia Erzegovina nell’ottica di accrescere il livello di autoefficacia di intervento degli operatori locali.
I seminari vengono condotti da esperti italiani e da esperti locali indicati dal ministero della Salute della Federazione della Bosnia Erzegovina e dal ministero della Salute della Republika Srpska di Bosnia. I destinatari sono psicologi e psichiatri, impiegati nei 56 Centri di salute mentale della Bosnia Erzegovina. Durante la formazione sarà approfondita l’analisi dei nuovi disturbi mentali e comportamentali nei bambini e negli adolescenti nel paese balcanico, comparando le metodologie d’intervento applicate; saranno analizzati i fattori predisponenti ed indicatori predittivi di rischio attraverso modelli e tecniche di diagnosi precoce; sarà presentato il Referral system and community-based approach, un approccio comunitario sulla Salute mentale.
Tale percorso formativo è parte integrante delle attività del Progetto che prevedono tra l’altro: la realizzazione di seminari multidisciplinari per avviare un confronto e una collaborazione tra gli operatori del mondo della scuola e gli operatori dei servizi socio-sanitari per la prevenzione, l’identificazione precoce e la cura di problematiche mentali dei minori in età scolare e prescolare; la ristrutturazione di un centro sportivo per consentire lo svolgimento di attività sportive inclusive per i bambini con disabilità; campagne di sensibilizzazione e prevenzione, al fine di contribuire alla prevenzione e al miglioramento delle condizioni dei minori con problemi mentali e con disabilità in Bosnia Erzegovina.
L'Ong italiana Cesvi è attiva nel paese dal 1993, quando fece le prime missioni per valutare la possibilità di un intervento nell'area balcanica con progetti di emergenza. Cesvi è presente in modo stabile nei Balcani dal 1994, da quando intervenne in Bosnia centrale a guerra in corso. Oggi le attività in Bosnia Erzegovina si sono spostate sul fronte dello sviluppo, in particolare nel settore sanitario e socio-educativo.
Nel 2008 Cesvi ha sviluppato quattro progetti. Il primo rivolto a minori, adolescenti e giovani per favorire il processo di pacificazione e ricostruzione sociale della Bosnia Erzegovina, coinvolgendo i destinatari nella vita socio-economica del Paese come attori del cambiamento. Il secondo finalizzato alla protezione della salute mentale in Repubblica Srpska, con l’obiettivo di sostenere la riforma sanitaria e creare servizi efficaci a disposizione delle persone affette da problemi di salute mentale e delle relative famiglie. Il terzo per il supporto istituzionale della Municipalità di Srebrenica nel processo di sviluppo socio-economico del settore agro-alimentare e il conseguente miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Il quarto, a Breza, per appoggiare le iniziative locali di ricostruzione e sviluppo, incrementando le possibilità occupazionali e di generazione di reddito dei membri delle associazioni coinvolte (invalidi, donne e giovani residenti a Breza).