Migliorare gli interventi di cooperazione e integrarli con le politiche globali di sviluppo. Questo l'intento del Cocis, con la prossima realizzazione di un codice di qualità delle attività delle ong
Fonte: Il Velino
Un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti delle 27 organizzazioni non governative riunite nel Cocis (Coordinamento delle Ong per la Cooperazione internazionale) sta lavorando alla messa a punto di un "codice di qualità" per gli interventi nei paesi in via di sviluppo e per le attività di sensibilizzazione e di advocacy realizzate in Italia.
"L'elemento portante dell'iniziativa è la valorizzazione del legame, ormai imprescindibile, tra i processi di sviluppo promossi dagli interventi di cooperazione nel Sud del mondo e le iniziative politiche sui temi globali che spesso sono all'origine dei problemi locali o ne impediscono una soluzione duratura" si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi dal Cocis. Al fine di massimizzare l'efficacia degli interventi di cooperazione nei Paesi in via di sviluppo, le ong che fanno parte del Cocis, e che sono attive nella difesa e della promozione dei diritti fondamentali, hanno firmato il 7 dicembre scorso una dichiarazione d'intenti in vista di una certificazione di qualità dei loro programmi di sviluppo e sono impegnate anche nella definizione di una politica comune e nell'attuazione di attività formative per i loro quadri ed operatori.
Alla base dell'iniziativa, sottolineano al Cocis, c'è la profonda convinzione della necessità di "unire l'attività progettuale locale all'iniziativa politica sui problemi globali della pace e della giustizia per tutti". Da qui la necessità di qualificare le proprie azioni mediante l'attuazione di politiche comuni e di ricercare sempre, nei programmi e nelle campagne, le sinergie possibili fra tutti gli attori di cooperazione presenti nei territori. In modo da fare "massa critica" e raggiungere risultati concreti e duraturi.