Continua l’impegno del coordinamento cooperazione decentrata della Direzione Generale Cooperazione alli Sviluppo della Farnesina. Diverse le attività nei Balcani in corso, che vedono il coinvolgimento di Regioni, Enti Locali e altri soggetti pubblici e privati. Una rassegna
Fonte: Il Velino cooperazione
Dal Nord Africa ai Balcani. Continua l’impegno del coordinamento cooperazione decentrata della Dgcs della Farnesina, il cui incarico è coordinare le Autonomie locali italiane, singolarmente o in consorzio fra loro, anche con il concorso delle espressioni della società civile, nei limiti imposti dalla legge 49 del 1987. Queste azioni di cooperazione sono attuate in rapporto di partenariato, con omologhe istituzioni dei Paesi in via di sviluppo (Pvs) e sono volte a favorire la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei paesi partner. Tra le diverse modalità in cui si attua l’approccio decentrato, risalta la modalità territoriale – partenariato tra territori volto alla promozione dello sviluppo locale - e la creazione di reti tra Autonomie locali del Nord, del Sud e dei Paesi in transizione.
Per quanto riguarda i Balcani, si è svolto a Matera il Comitato di pilotaggio del progetto integrato “Prima”, dove è stato espresso notevole apprezzamento per il superamento dei problemi amministrativi riscontrati nel corso della realizzazione del sub-progetto "Cab Jagodina" e soddisfazione per la visita al Consorzio Tern. L’iniziativa, coordinata dalla Regione Basilicata (Regioni partner Piemonte, Sicilia e Sardegna), sta realizzando uno studio di fattibilità per la caratterizzazione, la gestione in sicurezza del flusso di rifiuti di produzione e bonifica del sito industriale Kablova Fks di Jagodina (Serbia), a oggi interessato da inquinamento da rifiuti e residui industriali, con potenziale ricaduta ambientale e di sanità pubblica sui corpi idrici superficiali e sotterranei.
A tal fine si sta concretizzando un partenariato tecnico e scientifico tra attori provenienti da diverse regioni italiane allo scopo di stabilire le basi per future azioni congiunte e migliorare l’efficacia degli interventi di cooperazione del sistema delle Regioni. L’attività di caratterizzazione dei suoli, per mezzo di tecnici specializzati dei laboratori serbi, si svilupperà a dicembre al fine di concludere le attività nei termini previsti. Grande apprezzamento anche per lo stato d’avanzamento per un altro sub progetto denominato "Hydrozen". Il progetto, coordinato dalla Regione Piemonte (Regioni partner Basilicata e Sardegna), ha avviato un’attività di cooperazione a sostegno della municipalità di Zenica nell’implementazione di una strategia di tutela dei corpi idrici superficiali locali afferenti al Bacino del Danubio.
Le azioni prioritarie riguardano la caratterizzazione dello stato ambientale dei corpi idrici locali, l’individuazione e caratterizzazione delle principali fonti di criticità diffuse e concentrate, il trasferimento di know-how a favore del personale tecnico ed amministrativo locale, la definizione di un piano di intervento tecnico economico, l’assistenza tecnica all’applicazione a strumenti di sostegno Europei ed Internazionali alla realizzazione delle infrastrutture. All’incontro è stato anche ricordato il successo del sub progetto "Pangreen", chiusosi nel dicembre 2009 con la rivitalizzazione del Parco di Pancevo (città particolarmente soggetta ad inquinamento).
Infine, per quanto concerne il sub progetto Mrain, si sono constate inizialmente alcune difficoltà di intesa con le controparti locali, che oggi sono state tuttavia risolte. Si è deciso di sviluppare le attività di ricostruzione del quadro ambientale del territorio del Comune di Nis, quelle di formazione, la capacity building e lo scambio di buone pratiche sul monitoraggio e la bonifica dei siti inquinati. Mrain, coordinato dalla Regione Puglia (Regioni partner Abruzzo e Veneto) ha come principale obiettivo il miglioramento della conoscenza sul corretto utilizzo dell’acqua potabile e sulla tutela e razionalizzazione dell’approvvigionamento idrico da parte della popolazione locale, del Comune di Nis e degli stakeholders della municipalità, in particolare dell’azienda municipalizzata Naissus. Inoltre, il progetto si propone di incrementare le capacità di programmazione della municipalità al fine di avviare efficaci azioni di protezione delle aree sensibili e formulare puntuali richieste di finanziamento alle istituzioni internazionali.
Sempre in relazione ai Balcani, dal 29 novembre al 2 dicembre 2010, il Coordinamento cooperazione decentrata ha preso parte al primo Comitato di pilotaggio del progetto "Whcb" (Welfare and health cooperation in the Balcans) in Albania e Serbia. L’iniziativa, di cui è capofila la Regione Molise (Partner Puglia, Emilia-Romagna, Liguria, Friuli-Venezia-Giulia, Sardegna, Abruzzo e Sicilia), si propone di rafforzare il sistema di pianificazione e management dei servizi socio-sanitari e, conseguentemente, di sviluppare la progressiva integrazione tra il settore sanitario e sociale. Il progetto intende intervenire sul rafforzamento del sistema di welfare dal punto di vista della programmazione e la creazione dei servizi di assistenza e recupero delle fasce fragili della popolazione attraverso il rafforzamento di strutture territoriali di assistenza e strutture ospedaliere così come attraverso percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.
Infine, a Scutari si è svolto il comitato di pilotaggio tra le istituzioni italiane (in primis Coordinamento cooperazione decentrata della Dgcs) e quelle albanesi sul progetto integrato per la riqualificazione ambientale del bacino di Scutari, "Riva", che vede impegnate la Regione Basilicata in qualità di capofila e come partner le regioni Toscana, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia. Il progetto parte dalla convinzione che i processi di sviluppo economico che stanno investendo l’Albania non possono prescindere da un appropriato sviluppo sostenibile e adeguamento degli strumenti politici di tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale.
Dal 2005 anche il governo albanese ha riconosciuto il lago come una riserva naturale e istituito delle misure protettive. Attualmente la riserva è gestita dal Ministero dell’Ambiente, dei Boschi e dell’Acqua.
L’area di Scutari rappresenta oggi, sia da un punto di vista economico-politico che ambientale, un’area altamente strategica e quindi ideale per localizzare un intervento di cooperazione internazionale su scala regionale. La fragilità strutturale ed un passato periodo di scarsa tutela ambientale del territorio unitamente alle potenzialità turistiche dell’area ne fanno un territorio di grande attenzione dove la Regione ha posto alcuni esigenze di interventi prioritari.
La rilevanza e la autorevolezza delle cooperazioni internazionali attualmente coinvolte in progetti nel settore specifico della tutela e gestione ottimale della risorsa idrica nell’area di Scutari ne è infatti una valida testimonianza; ma gli scarsi risultati ottenuti richiedono un intervento strutturato in modo diverso da quelli in corso. È emersa quindi dai partner locali la necessità di strutturare sia da un punto di vista formale che metodologico, uno “strumento pianificatorio” in grado di supportare l’amministrazione locale in primis ma anche quella centrale preposta (ministero dell’Ambiente e quello delle Autorità locali) nell’azione di coordinamento e monitoraggio degli interventi in corso e previsti. Da qui la nascita del progetto i cui obiettivi generali sono migliorare le condizioni ambientali e socio-economiche delle popolazioni residenti nell’area del bacino idrografico di Scutari e di migliorare le competenze delle Regioni italiane nel quadro della cooperazione decentrata, rafforzando la cooperazione istituzionale e le partnership internazionali e attivando le competenze regionali. L’obiettivo specifico, invece, è migliorare gli strumenti di gestione e tutela ambientale.