E' praticabile la collaborazione tra pubblico e privato nella cooperazione internazionale? Un convegno organizzato da LINK 2007 il prossimo 6 ottobre a Roma, per discutere di possibili integrazioni tra ruoli e competenze
Fonte: LINK 2007
Nuovi strumenti per la cooperazione internazionale ? Parliamone. E' con questo slogan che la rete delle ONG "Link 2007" lancia un messaggio pressante, che giunge per altro da più parti: passare dal concetto di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) a quello di Aiuto allo Sviluppo (AS). Si tratterebbe in sostanza di mobilitare un Aiuto assai più consistente e articolato di quello Pubblico, che veda anche il Privato - non tanto quello no-profit che già da tempo si mobilita su questi temi, quanto quello profit e di mercato - assurgere al ruolo di attore strategico e lo coinvolga nella responsabilità di garantire una distribuzione più equa e solidale, oltre che sostenibile, delle risorse, in nome dei benefici e delle protezioni di cui ha fin qui goduto.
Nuove strategie d'intervento richiedono nuovi approfondimenti, confronti, finalità e regole chiare. Per questo le ONG di Link 2007 promuovono un percorso di riflessione che prevede - il prossimo 6 Ottobre, a Roma - una tappa fondamentale, con la presentazione di un primo dossier di analisi e proposte; un confronto tra: istituzioni nazionali ed europee, personalità del mondo economico, rappresentanti del no-profit. Al dibattito pubblico dal titolo "Pubblico e Privato. Una partnership (im)praticabile? - Valorizzare la sussidiarietà, Integrare ruoli e competenze nella cooperazione internazionale allo sviluppo" sono invitati tutti i soggetti italiani coinvolti a diverso titolo in percorsi di cooperazione internazionale.
La nuova strategia di cooperazione allo sviluppo - di cui il Pubblico non sarà più il perno principale pur continuando a riservarsi il ruolo di indirizzo e programmazione - dovrebbe derivare dalla capacità di integrare risorse e attori di diversa provenienza in quello che ormai si chiama un approccio di sistema, o in termini più generali un "whole of country approach". Anche le risorse, da destinare alla nuova cooperazione allo sviluppo, saranno diverse dal passato, come nel caso della proposta italiana sulla DETAX, in discussione proprio nei giorni del G8 tenutosi a L'Aquila. Si tratta dunque di capire se le nuove strategie abbiano la speranza di funzionare, quindi di contribuire all'obiettivo di un mondo più equo e stabile, oppure siano il segnale di una più o meno latente incapacità di governare i problemi di un mondo sempre più vulnerabile e complesso.A questo proposito si lanciano alcuni quesiti che LINK 2007 metterà sul tavolo della discussione il prossimo 6 ottobre:
- Quali conseguenze avrebbe una minore responsabilità dei governi nella sfida dello sviluppo, anche a fronte di una consistente riduzione degli impegni finanziari, con l'obiettivo di aumentare la responsabilità del settore privato?
- Per quali motivi il privato for profit dovrebbe aderire a simili proposte? Con quali vantaggi?
- Quali dovrebbero essere i ruoli dei diversi attori? Perché è evidente che un approccio di sistema non può equivalere alla semplice messa in campo di un maggior numero di soggetti
erogatori/realizzatori.
- Con quali politiche di coinvolgimento e partecipazione degli attori privati, dei partner e dei referenti istituzionali locali, si pensa di poter dare seguito ai nuovi approcci di cooperazione?
Il programma sarà presto on-line sul sito dell'ONG COSV.
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