E' di pochi giorni fa la presentazione del volume che raccoglie un approfondito studio sugli effetti della presenza della comunità albanese in Italia. Realizzato nell'ambito del progetto 'Aquifalc'
Fonte: Escogita Comunicazione
Lo scorso 29 Settembre, in occasione della Conferenza internazionale "Ricerca cooperazione e sviluppo tra le due sponde dell'Adriatico" relativa al progetto "Aquifalc - l'Aquila e il Falcone volano insieme" e tenutosi a Bari, è stato presentato il volume "Gli Albanesi in Italia. Conseguenze economiche e sociali dell'Immigrazione" redatto dal Centro Studi e Ricerche Idos (in collaborazione con l'Università di Bari, l'Università di Tirana, la Fondazione Migrantes e la Caritas Italiana) e che presenta dati sulla presenza albanese finora mai divulgati.
Il volume, di 191 pagine, è il frutto di un serio lavoro di ricerca che dimostra come la percezione di una collettività sia in larga parte soggettiva e come una stessa collettività, come quella albanese in Italia, considerata "cattiva" possa, con il tempo, diventare una presenza positiva. La presenza di questa collettività, ormai ventennale, viene infatti scandagliata nei minimi particolari dagli autori del volume e si scopre una nuova faccia che la rende una presenza "positiva".
Alla fine del 2007 il numero dei residenti di origine albanese in Italia ha superato le 400 mila unità ed il numero si mostra suscettibile, nei prossimi anni, di un ulteriore consolidamento. La stima di 420 mila cittadini albanesi presenti in Italia fornita dal Dossier Caritas / Migrantes, base indispensabile degli approfondimenti conoscitivi e anche delle decisioni dei politici e degli amministratori pubblici, tiene conto del numero di occupati netti (216.000), dei lavoratori autonomi registrati presso le Camere di commercio (15.000), dei minori (101.000) e delle rimanenti persone presenti per motivi di famiglia, al netto di minori e coniugi già inclusi tra gli occupati e le altre persone soggiornanti per motivi di inserimento (88.000).
In questo percorso di avviata stabilizzazione non è un caso che all'interno della collettività albanese incida per quasi il 25% la presenza dei minori. Per quanto riguarda le classi di età, i due terzi degli albanesi titolari di permesso di soggiorno (esclusi i minori al di sotto di quattordici anni) hanno un'età discretamente giovane compresa tra i 18 e i 40 anni. L'incidenza dei coniugati riguarda i due terzi della presenza ed è nettamente superiore a quella media del totale degli immigrati (+8 punti percentuali). La forbice si amplia a 15 punti percentuali laddove si prenda in considerazione la sola presenza femminile, per i tre quarti già coniugata.
Gli albanesi si caratterizzano per essere una collettività diffusa su tutto il territorio nazionale, con una preponderanza nelle regioni settentrionali, dove risiedono i due terzi della presenza, analogamente a quelle che sono le tendenze insediative della popolazione immigrata nel suo complesso.
Secondo le stime del Dossier Caritas/Migrantes è il Nord Ovest l'area di maggiore insediamento con il 33,5% della presenza albanese, ma diversamente da quanto avviene per la generalità degli immigrati in Italia, sono le regioni centrali (27,2%) a collocarsi in seconda posizione seguite a breve distanza da quelle del Nord Est (26,8%).
Questi sono solo alcuni dei dati e dei temi affrontati nel volume, presentati in questa occasione per la prima volta al pubblico.
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