Numerosa la partecipazione al Forum sulla cooperazione promosso dal Ministero Affari Esteri lo scorso 3 novembre a Roma. Un articolo che riassume le dichiarazioni della viceministra Sentinelli
Fonte: Il Velino
"Il Forum di quest'anno ha il carattere di una conferenza internazionale che mette al centro della cooperazione italiana la logica del partenariato, comprendendo la partecipazione, il dialogo, la costruzione di reti e di percorsi di conoscenza, di scambio reciproco e di condivisione. Un'attenzione testimoniata anche dal titolo scelto, 'Fare Insieme', che racchiude in sé l'essenza di questa giornata e il modo in cui l'abbiamo costruita". Così sabato Patrizia Sentinelli ha introdotto il Forum della cooperazione che si è svolto nella bella cornice della Sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma. Chi pensava che il ponte di Ognissanti avrebbe tenuto lontano gli invitati è rimasto deluso. Una sala gremita ha partecipato per tutta la giornata a quello che ha rappresentato per quest'anno il massimo momento di confronto tra la Farnesina e il vasto mondo della cooperazione e della solidarietà internazionale.
Nel suo intervento, la Sentinelli ha ricordato il percorso che ha portato al Forum, sottolineando come l'incontro fosse l'occasione di confronto aperto a tutte le realtà nazionali ed internazionali. Da parte sua ha ricordato le tappe fondamentali che hanno caratterizzato il suo lavoro: primo tassello, indispensabile, è stato quello della presentazione del disegno di legge di riforma della Cooperazione. È stata "un'azione urgente e fondamentale, che abbiamo voluto avviare da subito per far sì che il sistema italiano sia in grado di interagire efficacemente con un contesto nazionale e internazionale ormai profondamente diverso da quello immaginato dalla legge n. 49 del 1987", ha spiegato. "E anche un segnale forte di rinnovamento", ha sottolineato ricordando i tre tasselli fondamentali che la proposta di aprile presentata dal governo ha voluto evidenziare: una responsabilità politica unitaria, l'istituzione dell'Agenzia per la Cooperazione e la solidarietà internazionale, "per assicurare unitarietà di azione e di intenti non solo nella determinazione delle politiche, ma anche nella loro esecuzione" e "l'affermazione di un rapporto nuovo e più forte con la cooperazione decentrata delle Regioni e degli enti locali e con tutti gli altri soggetti della cooperazione italiana".
Nella cooperazione decentrata la Sentinelli riconosce la "vivacità", che caratterizza i legami tra le istituzioni locali, che diventano "espressione dei legami fra le comunità, i territori, le persone", creando partenariati "in grado di superare le tradizionali fratture tra politico e civile, governativo e non". Non poteva poi mancare un riferimento al grande lavoro che svolgono le Organizzazioni non governative "che caratterizzano nel mondo la nostra cooperazione e la cui presenza assume un valore politico oltre che operativo". Valore politico che assume una rilevanza particolare "nei processi di riconciliazione nazionale" dei paesi in crisi in cui le ong svolgono le proprie attività. Ma la riforma della cooperazione, per il viceministro, si è già attivata attraverso "il passaggio dalla logica del singolo progetto alla logica del programma", che si è tradotta nei fatti riavviando la programmazione pluriennale di indirizzo "ferma da anni" e fissando "priorità strategiche geografiche e tematiche".
Prima tra tutte l'Africa, e in particolare quella sub-sahariana, "dando concretezza agli impegni di raddoppio degli aiuti per l'Africa che l'Italia ha assunto in sede di Unione Europea e di G8". Questa priorità è per la Sentinelli "un imperativo morale", e risponde a "motivazioni di efficacia degli aiuti, poiché una cooperazione che funziona è una cooperazione che riesce ad andare laddove c'è bisogno e non solo dove è possibile prevedere un ritorno geopolitico, economico o d'immagine". La cooperazione disegnata da questo governo deve essere efficace, e deve essere anche in grado di intervenire in situazioni di crisi "attuale o potenziale", ponendosi, punto molto caro al viceministro, "come forza civile costruttrice di pace, ben distinta dall'uso degli strumenti militari, anche quando questi realizzano attività di ricostruzione".
E nel quadro dei processi di cooperazione civile e di riconciliazione nazionale, la Sentinelli ha annunciato che sta per avviarsi l'organizzazione dell'iniziativa civile per la pace. "A questo proposito - ha proseguito -, vi annuncio che sarà presto formalizzato il Tavolo, proprio per arrivare ad una proposta governativa sull'iniziativa civile per la pace". In questo quadro l'Italia conferma il proprio impegno verso Paesi come il Libano o l'Afghanistan, "che continueranno ad essere prioritari nei prossimi anni, per favorire in quei territori il processo di riconciliazione nazionale, la cooperazione civile e il cammino verso una democrazia foriera di pace e di giustizia sociale". La Sentinelli ha inoltre ricordato quali sono le priorità tematiche su cui la cooperazione italiana deve impegnarsi: salute, tutela dei minori, educazione e formazione. Accanto a queste "un'attenzione prioritaria va alla grande questione migrazione-sviluppo, e poi alla tutela dell'ambiente e dei beni comuni, che necessitano di un'azione immediata ed urgente anche alla luce dei recenti studi sui cambiamenti climatici". Oltre al "sostegno convinto all'agricoltura rurale, tipica e biologica, alle reti del commercio equo solidale e a tutte le forme di economie 'solidari' e di microfinanza".
Senza ovviamente dimenticare una priorità molto cara, la viceministro ricorda l'impegno per le donne e con le donne. Un impegno "nella consapevolezza che la lotta contro la povertà e per il miglioramento della qualità della vita non può prescindere dal loro contributo e partecipazione attiva alla vita politica, economica e sociale". Obiettivo sarà la capacità delle donne di fare rete e di contribuire alla costruzione di pace e coesione sociale. "Vogliamo che l'attenzione alle tematiche di genere sia una componente essenziale di tutta l'azione della cooperazione italiana, e per questo stiamo curando una Agenda di genere - ha proseguito la Sentinelli -, perché nel 2008 si promuova il fondamentale passaggio da singoli progetti all'attuazione di una visione strategica".
In linea con lo spirito multilaterale della politica estera italiana, la Sentinelli ha ricordato l'impegno avviato con le Nazioni Unite, l'Unione europea, l'Ocse, "per far sì - ha sottolineato - che i nuovi orientamenti politici dell'Italia possano passare attraverso un consenso sempre più ampio della comunità internazionale. In questo, "la scelta del governo di conferire una delega specifica per la cooperazione è stato un elemento decisivo", che è stata tradotta "in una rinnovata presenza dell'Italia proprio nelle sedi in cui le grandi strategie di cooperazione e di sviluppo vengono determinate". In queste sedi l'Italia sta agendo "perché i principi di sviluppo locale, di tutela dei beni comuni e dell'ambiente, di dialogo e di coordinamento possano tradursi in azioni e impegni concreti e condivisi". Impegno che verrà profuso nella negoziazione, presso l'Unione europea - degli Accordi di partenariato economico (Epa), "dove ci stiamo distinguendo nella difesa dell'agricoltura e delle produzioni locali, puntando a rendere il nostro Aid for Trade in un Aid for Local Trade e a far tornare gli accordi commerciali nella logica della lotta contro la povertà e dello sviluppo locale e non di pura liberalizzazione". In linea con le richieste dei paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) l'Italia si è opposta all'inserimento dei servizi e degli investimenti negli accordi: "Abbiamo chiesto il monitoraggio degli impatti degli EPA sulle economie locali e lavorato affinché emergessero, nella discussione relativa agli indirizzi europei, gli elementi di sviluppo e di lotta alla povertà".
Stesso impegno verrà profuso in favore della campagna, promossa e sostenuta dall'Italia in sede internazionale, per l'affermazione dell'acqua come diritto umano fondamentale e come bene comune, su cui, ha ricordato il viceministro si è impegnato anche il Parlamento. "Non abbiamo lasciato cadere questa richiesta - ha proseguito -, e anzi abbiamo avviato un'intensa azione diplomatica intanto a livello bilaterale, rafforzando la collaborazione con i Paesi più interessati a questo tema, e poi sul canale multilaterale, in cui abbiamo agito su due piani". Ha ricordato così i "segnali chiari" della contrarietà italiana alla logica di sfruttamento dei beni comuni, "e per questo abbiamo ritirato l'Italia da un fondo fiduciario multilaterale della Banca Mondiale a sostegno della privatizzazione delle infrastrutture, tra cui quelle per l'acqua". In ambito Onu il nostro paese si è impegnato per la Convenzione mondiale per la lotta alla siccità e alla desertificazione e per collocare il dibattito in quel contesto di tutela "sia con il Consiglio dei Diritti Umani, per aprire e promuovere una risoluzione che affermi l'acqua come diritto umano fondamentale".
"Tutto questo ci è stato possibile anche grazie al lavoro fatto per migliorare il funzionamento dell'attività amministrativa. Ancora una volta, dunque, un'azione sull'efficacia, sostenendo lo sforzo della Dgcs di snellire e semplificare le procedure, senza compromettere la qualità degli interventi e l'uso trasparente delle risorse". Tra i risultati ottenuti la Sentinelli ha citato l'aumento dei contributi complessivamente destinati alle Ong per il 2007, arrivati a 100 milioni di euro che per il prossimo anno aumenteranno ulteriormente passando a 200 milioni di euro. Ma l'aumento dei fondi è stato affiancato anche da un miglioramento dell'iter burocratico, che ha permesso di impegnare l'85% dei fondi disponibili portando le erogazioni al 57%. Come maggiore attenzione è stata rivolta all'assegnazione dei contributi per le organizzazioni multilaterali e, in particolare, con il sistema delle Nazioni Unite e con l'Unione europea. "Abbiamo incentrato questo rapporto su due cardini fondamentali - ha detto Sentinelli -. In primo luogo, l'affermazione di un'immagine di credibilità. Nel 2006 molti dei contributi promessi dal governo italiano erano saltati per mancanza di fondi, lasciando dunque disattesi numerosi e significativi impegni". Per questo, "abbiamo voluto recuperare il nostro rapporto con quegli organismi strategici per il conseguimento delle nuove priorità", rafforzato il sostegno finanziario all'Unep, sul cui ultimo rapporto stiamo lavorando perché si abbia una versione italiana", e aumentato la contribuzione all'Undp "sostenendo inoltre la presentazione e la diffusione in Italia dei suoi Rapporti sullo sviluppo umano (nel 2006 dedicato all'acqua e nel 2007-2008 incentrato sui cambiamenti climatici)".
L'altro elemento fondamentale nel rapporto con il multilaterale "è la scelta di intervenire sempre più profondamente sulla destinazione delle contribuzioni italiane in termini di finalità e priorità". Puntando sul rafforzamento strategico di tutte quelle iniziative e quei programmi che contengono in sé elementi di efficacia e di coordinamento, per superare la frammentazione attuale. Ma in un contesto di maggiore attenzione dell'Italia verso lo sviluppo del sud del mondo, stonano in parte le note relative alle risorse per l'Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps). L'Italia è in ritardo sulla tabella di marcia per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. La stessa coordinatrice della campagna per le Nazioni Unite, l'olandese Eveline Herfkens ha sottolineato nel suo intervento come l'Italia sia l'unico paese, insieme a Grecia e Portogallo, a non aver raggiunto l'obiettivo dello 0,33 per cento nel rapporto Aps/Pil nel 2006. "Questo dato stride non solo con lo status internazionale del nostro Paese, che aspira a un ruolo nuovo e più forte, ma anche con il suo tessuto sociale, caratterizzato da una forte sensibilità verso i temi della pace e della solidarietà" ha sottolineato la Sentinelli. "Abbiamo fatto molto in questi mesi per far crescere le risorse destinate alla cooperazione, e i fondi destinati dal governo nell'ultima parte del 2007 testimoniano un rinnovato impegno per la solidarietà internazionale e un'assunzione di responsabilità". La Finanziaria 2008 "non contiene ancora livelli idonei a rispettare gli impegni internazionali", ha ricordato la viceministro, ricordati anche nel documento di programmazione economica e finanziaria della scorsa estate: "il percorso virtuoso finora intrapreso rischia così di subire una notevole battuta di arresto". "Proprio ora, quindi, sono necessari una mobilitazione forte e uno sforzo congiunto per far sì che gli impegni assunti dall'Italia siano rispettati e si possa recuperare il ritardo accumulato".