Il rafforzamento e il miglioramento della cooperazione regionale nel bacino adriatico-balcanico, ai fini anche di una accelerazione del processo di integrazione europea. Questi i temi al centro della decima conferenza dei presidenti dei parlamenti dei paesi aderenti alla Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI), svoltasi lo scorso 26 aprile a Belgrado
Fonte: Regione Puglia e AnsaMed
Elaborazione di Osservatorio Balcani e Caucaso
Il rafforzamento e il miglioramento della cooperazione regionale nel bacino adriatico-balcanico, ai fini anche di una accelerazione del processo di integrazione europea, sono stati al centro della decima conferenza dei presidenti dei parlamenti dei paesi aderenti alla Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) svoltasi il 26 aprile a Belgrado sotto la presidenza di turno della Serbia.
Per l'Italia è intervenuto Roberto Antonione, presidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'InCE, che ha ribadito il forte impegno del nostro paese a favore della piena integrazione dell'intera regione balcanica nell'Unione europea. ''Si chiude un ciclo, quel ciclo di conflitti che, a intervalli ricorrenti, hanno sconvolto gli equilibri dell'area, e si apre una nuova fase nel percorso di allargamento comunitario'', ha detto Antonione nella riunione svoltasi all'interno del parlamento serbo e dedicata al rafforzamento del ruolo dei parlamenti nello sviluppo della cooperazione regionale.
Riferendosi ai dubbi di chi, difronte alla crisi globale e alla crescente sfiducia, ritiene esaurito il processo di ampliamento dell'Unione europea, ritenuta ormai priva di potere di attrazione, Antonione ha sottolineato invece con forza l'impegno dell'Italia ''per una piena integrazione di tutti gli stati dell'area nella costruzione europea''. ''Per l'Italia - ha aggiunto - il processo di costruzione europea non potrà dirsi ultimato finché sussisterà al centro della carta politica del vecchio continente una 'area grigia' non pienamente integrata nella Ue''.
E con riferimento all'ambito regionale, Antonione ritiene indispensabile accelerare la fase operativa in vista della creazione della Macroregione adriatico-ionica, un progetto sostenuto in sede europea anche da Grecia e Slovenia, paesi anch'essi aderenti alla Iniziativa adriatico-ionica. ''La creazione di una grande regione tra l'Adriatico e lo Ionio puo' rappresentare un fattore importante e decisivo di integrazione transnazionale, e agevolare ulteriormente l'ingresso di tutti i paesi dell'area nel contesto comunitario'', ha detto Antonione secondo il quale l'orientamento della Ue e' di guardare con sempre maggiore interesse alle Macroregioni, come quelle gia' esistenti dei paesi del Baltico e dell'area del Danubio. Si tratta, ha osservato, di soggetti di primo piano anche ai fini della programmazione delle risorse. europee. Antonione ha quindi auspicato che il consiglio europeo conferisca entro quest'anno un mandato ufficiale alla commissione per l'elaborazione operativa della strategia per la Macroregione adriatico-ionica, in tempo utile per la sua approvazione definitiva entro il 2014.
Tale Macroregione, ha precisato, comprende tre stati membri della Ue( Italia, Slovenia e Grecia), tre paesi candidati (Serbia, Croazia e Montenegro) e altri due stati candidati potenziali (Albania e Bosnia-Erzegovina) per un totale di 450 mila kmq e una popolazione di 60 milioni di persone.
A presiedere i lavori nella sede del parlamento di Belgrado è stata Slavica Djukić-Dejanović, il presidente dell'Assemblea che ha anche l'interim della presidenza della repubblica fino all'elezione di un nuovo capo dello stato in Serbia (il 6 maggio). La cooperazione regionale, ha detto Djukić-Dejanović, è una delle priorità della politica estera della Serbia, il cui obiettivo è l'integrazione piena nella Ue. Ciò, ha aggiunto, sarà un fattore di stabilità e sviluppo nell'area dei Balcani e servirà a migliorare le relazioni di buon vicinato fra i paesi della regione protagonisti della drammatica stagione dei conflitti degli anni novanta.
Alla conferenza è intervenuto anche il segretario generale dell'organizzazione regionale, Fabio Pigliapoco. Il primo giugno prossimo la presidenza di turno dell'IAI passerà dalla Serbia alla Slovenia, rappresentata alla riunione di Belgrado dal presidente del parlamento Gregori Virant. Della Iniziativa Adriatico-Ionica, costituita nel 2000, fanno parte Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Croazia, Serbia, Slovenia, Grecia e Italia, gli ultimi tre paesi membri della Ue.