Sei rappresentanti delle associazioni alpinistiche di Peja-Pec (Kossovo), Kraljevo (Serbia), Prijedor (Bosnia) sono giunti in Trentino per un progetto organizzato dalla Sat, con il sostegno dell'assessorato alla solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento, su proposta del Tavoli delle associazioni trentine che operano nei Balcani.
Vengono dalla Serbia-Montenergo, dal Kossovo, dalla Bosnia: da paesi, cioè, che la natura ha premiato con paesaggi bellissimi, con montagne, boschi e sentieri che possono lasciare senza fiato anche chi è abituato alle Dolomiti. Ma vengono anche da realtà lacerate dai conflitti, che oggi cercano faticosamente una strada per la pace, la convivenza, lo sviluppo economico e sociale. Stiamo parlando dei sei rappresentanti delle associazioni alpinistiche di Peja-Pec (Kossovo), Kraljevo (Serbia), Prijedor (Bosnia), giunti domenica in Trentino per un progetto organizzato dalla Sat, con il sostegno dell'assessorato alla solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento, su proposta del Tavoli delle associazioni trentine che operano nei Balcani. Illustrato stamani nel corso di una conferenza stampa, esso consiste in un corso accelerato di formazione per esperti nella gestione e manutenzione di sentieri di montagna ed escursionistici, e durerà fino a sabato.
Presenti all'incontro di oggi l'assessore provinciale competente Iva Berasi, appena tornata appunto dal Kossovo, dove ha avuto modo di toccare con mano l'impegno dei volontari trentini per la promozione del dialogo e della convivenza in particolare fra le comunità serba e albanese; il presidente della Sat Franco Giacomoni e il direttore Bruno Angelini; e Michele Nardelli, rappresentante dei Tavoli trentini operanti nella regione.
In questi paesi lo sviluppo, è stato più volte sottolineato, non può che partire da qui; dalla valorizzazione delle ricchezze - in questo caso ambientali e culturali - di cui già oggi dispongono. E quindi da progetti in grado di coniugare le opportunità di lavoro offerte dal turismo sostenibile con la crescita professionale che sono in grado di fornire organismi come la Sat (anche tramite il Fondo Guido Larcher).
Già lo scorso anno la Sat aveva organizzato un corso di formazione per dei ranger ugandesi; questa volta è toccato ad alcuni operatori impegnati nel progetto "Put Vode", o "via dell'acqua", in Serbia, nonché in val Rugova, Kossovo, e nel parco nazionale Kozara, Bosnia Erzegovina. Questi i loro nomi: Milkica Vukosavljevic e Dusan Dragicevic dalla Serbia, Saric Marko e Sidiak Danijel dalla Bosnia, Agim Haqku dal Kossovo, assieme all'interprete Sinisca Mrsic.
I luoghi dove operano queste persone, tutte appassionate di montagna, si prestano naturalmente a molte attività, dal trekking alla mountain bike, dal rafting all'arrampicata fino allo sci alpinismo. Si tratta insomma di luoghi che si stanno lentamente aprendo al turismo sostenibile, e che hanno molto da offrire, specie se sapranno evitare le lusinghe di un'infrastrutturazione massiccia e sregolata.
Obiettivo del corso "itinerante" che si tiene in questo giorni in Trentino, hanno spiegato stamani i responsabili della Sat, la formazione di volontari che sappiano in primo luogo costruire e mantenere reti di sentieri, creare la necessaria segnaletica, garantirne la manutenzione. Tutte cose che si imparano "sul campo", ovvero sui sentieri di montagna. Fitta pertanto l'agenda di escursioni didattiche messa a punto dalla Sat: domenica si è iniziato con un'uscita a malga Stramaiolo (Bedollo), per proseguire con malga Fregasoga, con il passo di Val Mattino, con Brusago, i rifugi Tonini e Graffer.
I partecipanti si sono detti molto soddisfatti delle esperienze fatte finora, complici anche condizioni metereologiche buone. Venerdì e sabato gran finale con escursioni al Tuckett e al Graffer, appunto, sempre con annesse dimostrazioni che vanno dalle tecniche di manutenzione dei sentieri alla gestione informatica delle reti sentieristiche.