Si è conclusa a Ferrara la nona edizione dell'Assemblea nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani. Approvato un documento in cui si chiede di operare per la costruzione di 'città dei diritti umani'
Fonte: AISE
"Le città sono il posto dove si scaricano tutte le tensioni e i problemi del mondo. E in un mondo che si carica tutti i giorni di tensioni irrisolte, le città pagano inevitabilmente il prezzo più alto. La crisi globale è già entrata nelle nostre città ma molti degli effetti peggiori devono ancora arrivare. L'insicurezza planetaria è cominciata a diventare l'insicurezza delle nostre città. La paura del domani che accomuna milioni di esseri umani è sempre di più anche la paura dei nostri giovani e dei nostri cittadini". Parte da queste riflessioni il documento approvato a conclusione della IX Assemblea Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani che si è svolta a Ferrara dal 13 al 15 novembre scorsi.
"Per questo, le città, i luoghi dove vive la gente, il cuore vitale dell'Italia", si legge, "dovrebbero essere al centro delle preoccupazioni di tutti, governo e parlamento compresi. E invece, le città sono sempre più spesso caricate di responsabilità ma spogliate di strumenti operativi, bersaglio di tagli indiscriminati di risorse e ai sindaci viene chiesto di trasformarsi non in costruttori di pace ma in ragionieri, notai e sceriffi. Ripartire dalle città e impegnarsi a costruire le città dei diritti umani vuol dire scegliere la strada giusta per uscire dalla grave crisi economica, sociale, ambientale ed etica che stiamo attraversando".
Dall'incontro è poi emerso che "al centro delle città dei diritti umani non ci sono gli interessi di qualcuno, non ci sono gli affari di alcuni gruppi di potere, non ci sono i mattoni ma le persone, tutte le persone che vivono nella città con i loro fondamentali bisogni umani, rispettando il principio di legalità e uguaglianza scolpito nel primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani "tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti umani e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
Secondo il documento, "sindaci, presidenti, assessori, consiglieri e tecnici non sono chiamati a guidare e a gestire dei Comuni ma delle Comunità. Il sindaco di Ferrara non è il sindaco del Comune di Ferrara: è il sindaco della Comunità di Ferrara. Il sindaco di Perugia è il sindaco della Comunità di Perugia. Nelle città dei diritti umani non si può parlare di diritti umani senza parlare di responsabilità. Ad ogni diritto umano corrispondono delle responsabilità. Gli Enti locali sono le istituzioni più vicine ai cittadini e hanno la responsabilità primaria di garantire e difendere i diritti fondamentali di tutte le persone che vivono, anche temporaneamente, nella città e di coloro che verranno dopo. Essi", prosegue, "hanno la responsabilità di proteggere le persone e in particolare quelle più vulnerabili, le più deboli e le più esposte alle violazioni della dignità e dei fondamentali diritti umani".
Inoltre, "nelle città dei diritti umani c'è una responsabilità per tutti. Per i sindaci, presidenti, assessori, consiglieri e tecnici degli enti locali ma anche per tutti i cittadini che sono chiamati a partecipare attivamente alla vita della comunità. Difficilmente gli uni possono essere efficaci senza un impegno coerente degli altri.
Il sindaco, viene sottolineato, "è il difensore dei diritti fondamentali di tutte le persone, il garante dei diritti e delle responsabilità di ciascuno. Le città dei diritti umani hanno le porte aperte perchè attraverso di esse "passano non solo i grandi ideali della pace, della cultura, della spiritualità, della bellezza e della speranza, ma passano anche i grandi flussi finanziari, economici, turistici, commerciali che vengono da ogni angolo della terra, che sono capaci di assicurare ai loro abitanti, col lavoro, la sicurezza, dignità sociale ed economica"".
Infine, si legge in conclusione nel documento, "le città dei diritti umani hanno il cuore e gli occhi aperti sul mondo, promuovono e organizzano interventi di solidarietà e cooperazione internazionale contro la miseria, le guerre e la violazione dei diritti umani, difendono i beni pubblici globali e promuovono la legalità e la giustizia internazionale, ripudiano la guerra e investono nella diplomazia delle città, promuovono la democratizzazione e il rilancio dell'Onu, casa comune dell'umanità, e delle istituzioni internazionali democratiche".
Tra i prossimi appuntamenti in programma del Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, il 10 dicembre prossimo, la Giornata nazionale d'azione per i diritti umani in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L'evento centrale della giornata sarà una manifestazione per il diritto e la libertà d'informazione, per un'informazione e la cultura della pace che si terrà il 10 dicembre davanti alla sede della Rai di Roma a Viale Mazzini.
Il 2009 si aprirà con una manifestazione nazionale, in programma a marzo a Napoli, promossa da Libera e da Avviso Pubblico per la legalità e la pace, contro tutte le mafie. L'8, il 9 e il 10 maggio 2009, il Meeting nazionale dei giovani per l'Europa e la pace in occasione della Festa dell'Europa, ad Assisi. L'Assemblea riunitasi a Ferrara ha inoltre deciso che la prima riunione della Presidenza Nazionale del Coordinamento degli Enti Locali per la pace e i diritti umani si terrà a Vicenza, in solidarietà con il sindaco della città del Palladio.