Conclusa la terza annualità del progetto di iniziativa regionale della Toscana, a supporto del sistema sanitario albanese e kosovaro. Realizzato dall'Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa e di altre aziende omologhe toscane, con il sostegno tecnico dell'istituzione Centro Nord-Sud della Provincia di Pisa
Fonte: Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana
Si è da poco conclusa la terza annualità del PIR (Progetto Integrato Regionale) 2008 di iniziativa Area Vasta Nord Ovest dal titolo “Supporto al sistema sanitario albanese e kosovaro”, che ha avuto come obiettivo generale il miglioramento del sistema sanitario nell’area balcanica e la creazione di un unico polo oncologico nella regione.
L’idea progettuale nasce dalla possibilità di sviluppare azioni in due paesi come l’Albania ed il Kosovo in cui il sistema sanitario presenta diversi problemi e numerose carenze di tipo strutturale (mancanza di personale adeguatamente formato e specializzato, difficoltà di accesso ai servizi sanitari per le fasce più svantaggiate della popolazione che si vedono private delle opportunità di cura delle patologie complesse e della possibilità di individuarle precocemente o prevenirle) capitalizzando e mettendo in rete l’esperienza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa (AOUP), capofila del progetto, e di altre aziende del Comitato di Area Vasta Nord Ovest con il sostegno tecnico dell’Istituzione “Centro Nord-Sud”.
Il PIR 2008 ha concluso un processo di lavoro triennale completando le attività realizzate nei due anni precedenti (supporto ospedale pediatrico, corsi di formazione chirurgia addominale e diagnostica endoscopica, corsi di formazione al pronto soccorso sia in loco che in Italia, laboratori di analisi, fornitura materiali in vari ambulatori, fornitura di protesi), con l’obiettivo di rendere totalmente autonome le strutture sanitarie albanesi (Ospedali Regionali di Valona e Durazzo) e kosovare (Ospedale di Pristina e Centro Pediatrico di Kljne) in relazione a formazione del personale, realizzata sia in loco che a Pisa, e dotazione di attrezzature specialistiche. In particolare l’intervento realizzato ha potenziato le strutture albanesi e kosovare in vari settori (chirurgia endoscopica, oncologia pediatrica, cardiologia invasiva ed emodinamica, radiologia, emergenza e assistenza ambulatoriale) ed ha dato vita ad un polo oncologico condiviso dell’area balcanica.
In fase di realizzazione, il progetto non ha presentato particolari difficoltà, eccezion fatta per i problemi di carattere amministrativo-burocratico causati dall’instabilità politica dei due paesi che si sono tradotti in un alternarsi di ministri e di conseguenza di direttori generali negli ospedali che ha talvolta rallentato l’implementazione delle attività. Un altro fattore di difficoltà è stato poi rappresentato dalla diffusione di strutture private che spesso attrae il personale sottopagato delle strutture pubbliche.
Per quanto riguarda invece i risultati inattesi del progetto, si segnala in primo luogo la sottoscrizione di un programma di collaborazione italo-albanese tra l’AOUP e l’Ospedale Regionale di Durazzo firmato a Pisa il 25 maggio scorso. L’importanza di questa convenzione sta nel fatto che per la prima volta anche la controparte albanese partecipa con fondi propri alle attività, realizzando il passaggio dal piano della cooperazione a quello della collaborazione vera e propria. In secondo luogo, proprio grazie alle continue attività di rete per la condivisione del know how, sono andate formandosi delle importanti collaborazione non solo tra Italia – Albania e Italia - Kosovo, ma anche tra Albania e Kosovo. La rete costituitasi tra Albania e Kosovo consente, quale esempio di eccellenza, ai pazienti kosovari che necessitano un trapianto di rivolgersi alla struttura di Tirana o viceversa ai pazienti albanesi di sottoporsi a interventi di radioterapia in Kosovo.
La sfida per il futuro è proseguire il percorso già tracciato nel corso dei tre anni dell’intervento, che vuole rendere autonome le strutture albanesi e kosovare nel curare le patologie complesse in un’ottica di collaborazione e non di assistenza sanitaria internazionale.