E' la creazione di una “biblioteca di pietra” protesa nel mare verso la costa istriana e dalmata l'iniziativa promossa dal Comune di Rimini per il Giorno del Ricordo, la giornata istituita in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale
Una “Biblioteca di pietra” che sappia essere un “segno commemorativo” più che monumento, affidata a un artista riminese nato a Fiume come Vittorio D’Augusta e realizzata dal Comune di Rimini che sarà inaugurata in occasione del Giorno del Ricordo lunedì 10 febbraio alle ore 11 nel corso di una cerimonia ufficiale.
“Un segno in uno dei luoghi dell’identità di questa città - ha detto il sindaco di Rimini Andrea Gnassi - che rimarrà a ricordo di quello che è stato uno tra i momenti più tragici della storia non solo italiana. A questi momenti non dedichiamo una formella, un cippo, ma è il luogo stesso a essere monumento alla memoria proteso nel cuore dell’Adriatico che lambisce quelle terre dove il Novecento ha picchiato con violenza ideologica e guerre.
Un risultato di cui sono molto fiero – ha proseguito il Sindaco Gnassi – perché frutto di un confronto tra persone con sensibilità e storie diverse, dell'Unione degli Istriani, dell'Associazione Amici e Discendenti degli Esuli Giuliani, Istriani, Fiumani, Dalmati, dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia nonché dell'Istituto Storico della Resistenza, dell'Anpi e del coordinamento delle associazioni combattentistiche e d'Arma.”
Una “Biblioteca di pietra”, trenta opere letterarie il cui titolo e autore, proprio come la normale copertina di un libro, sarà inciso su targhe in ottone posizionate sui grandi blocchi di pietra del nuovo molo proprio in pietra d’Istria, aperta da un leggio musicale che si protende verso il mare, per sottolineare con la semplicità e la leggerezza il rispetto dei luoghi.
“I grandi blocchi di pietra – ha detto Vittorio D’Augusta questa mattina nella presentazione dell’opera alla stampa - fanno pensare a giganteschi libri e così come tutta la scogliera assomiglia a una surreale e grandiosa “Biblioteca di pietra”. Su ogni grande masso, proprio come la normale copertina di un libro, una targhetta di ottone con incisi il titolo di un libro e il nome dell’autore. Nomi di scrittori - romanzieri e poeti - tra i più significativi di quelle terre, che hanno narrato brani di quella storia, ne hanno interpretato l’umanità e il dolore, o che, fin dal primo Novecento, ne avevano anticipato con la parola ansie e complessità di quei luoghi di frontiera.”
I nomi e le opere di Arpino, Benco, Bettiza, ma anche, solo per citarne alcuni, Magris, Tomizza, Svevo, Sgorlon, e ancora Quarantotti Gambini, Saba, Slataper, Rumiz compaiono oggi sui grandi blocchi di pietra che fiancheggiano il camminamento centrale della nuova diga che si innesta sul molo di levante dedicato a Capitan Giulietti, in un luogo, come il porto, che è nel cuore e nell’immaginario dei riminesi, centro di affezione e di identità collettiva.
“Il ricorso alla letteratura per una simile “commemorazione” – prosegue D’Augusta - toglie retorica e aggiunge sensibilità, “ampiezza di respiro”, un salutare vento di mare contro i residui di opposte ideologie che porta a guardare quei luoghi come patrimonio culturale comune, per un futuro europeo di concordia, pur non dimenticando, anzi ricercando, le scabrose verità del passato.”
Sul semplice leggio, un unico oggetto tridimensionale all’inizio del percorso tra i “libri di pietra, la dedica: “questa scogliera come biblioteca di pietra, questi massi di pietra come libri, il Comune di Rimini dedica agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe ultima tragedia dell’alto adriatico, area plurale di lingue, tradizioni, genti diverse, sconvolta in passato da nazionalismi e scontri ideologici tornata oggi cuore d’Europa e mosaico di culture”.
“E Fellini cosa ne direbbe? – si è chiesto concludendo la sua presentazione Vittorio D’Augusta -. E non per pura riverenza al Maestro, ma perché Fellini riassume, al livello più alto e poetico, lo spirito visionario e immaginifico della città. Una “Biblioteca di pietra” da cui guardar passare una “nave carica di pace”- un altro Rex – penso gli sarebbe piaciuta.”
“La Biblioteca di pietra”: l’elenco dei narratori e poeti, e relativi titoli:
Giovanni Arpino - Il fratello italiano; Silvio Benco - La corsa del tempo; Enzo Bettiza - Esilio; Viktor Car Emin - Cavaliere del mare; Diego De Castro - Memorie di un novantenne.Trieste e l’Istria; Elsa Fonda - La cresta sulla zampa; Virgilio Giotti - Colori; Pier Antonio Quarantotti Gambini - L’onda dell’incrociatore; Ivan Goran Kovačić - Jama; Marko Kravos - Quando la terra cresceva ancora; Drago Jančar - Aurora boreale; Pietro Luxardo - Dietro gli scogli di Zara Marisa Madieri - Verde acqua; Claudio Magris - Un altro mare; Laura Marchig – Dall’oro allo zolfo; Biagio Marin - Elegie istriane; Predag Matvejević - Breviario Mediterraneo; Carlo Michelstaedter - Poesie; Anna Maria Mori e Nerida Milani - Bora; Milan Rakovac - “Riva i druzi”; Alojz Rebula - Notturno sull’Isonzo; Paolo Rumiz - Viaggio istriano; Umberto Saba – Canzoniere; Giacomo Scotti - Goli Otok; Carlo Sgorlon - La foiba grande; Scipio Slataper - Il mio Carso; Giani Stuparich - L’isola; Italo Svevo - Una vita; Fulvio Tomizza - Materada; Diego Zandel - Una storia istriana