L'Ateneo di Trieste è l'università italiana con la più elevata percentuale di studenti stranieri e negli ultimi anni è cresciuta la presenza di studenti provenienti da paesi a maggioranza musulmana. Tra questi l'Albania, il Kosovo e la Bosnia Erzegovina. Gli studenti hanno richiesto uno spazio interno all'ateneo per la preghiera, come già richiesto dai colleghi presso la Bicocca a Milano
Riceviamo e volentieri pubblichiamo, articolo di Lorenza Masè
L'Ateneo di Trieste è quello con la più elevata percentuale di studenti stranieri del Paese, che si attesta all’8%, secondo solo alle due università speciali per stranieri.
È cresciuto negli ultimi anni anche il numero di studenti provenienti da paesi a maggioranza musulmana, una componente che ha come tratto caratteristico la pluralità dei paesi d’origine: Libano, Marocco, Albania, Bosnia, Bangladesh. L’ateneo di Trieste dunque è già, da almeno un decennio, un laboratorio di incontro tra culture e religioni diverse.
Alcuni studenti musulmani chiedono di poter usufruire di uno spazio all’interno dell’università - che in quanto ente di diritto pubblico gode di autonomia organizzativa - dedicato alla preghiera, tre delle cinque salat giornaliere, quelle del mezzogiorno, pomeriggio e sera coincidono con gli orari in cui gli studenti frequentano e vivono gli ambienti universitari.
Premesso che la fede è una questione individuale e l’ Islam non è un monolite, la richiesta nasce da una questione di praticità al fine di rispettare gli obblighi della propria fede. Racconta Poesal, uno dei portavoce dell’istanza, studente di Economia e proveniente dal Bangladesh: “a volte siamo in sei, altre volte di più a pregare insieme, ma ci sentiamo un po’ a disagio a doverlo fare appartati, all’aperto dietro gli edifici o negli spazi liberi di cui di volta in volta dobbiamo metterci alla ricerca”. “L’ideale – prosegue - sarebbe avere una piccola aula dedicata alla preghiera da utilizzare tre volte al giorno per non più di venti minuti”.
È difficile fare una stima del numero degli studenti musulmani poiché non si tengono censimenti per religione ma solo per paese d’origine. Secondo Basmir, studente albanese del Kosovo e anche lui portavoce della richiesta, gli studenti musulmani dell’ateneo triestino sono circa 500.
Una delegazione ha presentato una prima istanza al Rettore Francesco Peroni nel 2011 corredata da 20 firme e una seconda richiesta è stata presentata negli ultimi mesi del 2012 all’Erdisu (Ente Regionale per il Diritto e le Opportunità allo studio Universitario di Trieste) accompagnata da circa 80 firme. In entrambi i casi i ragazzi hanno ricevuto una risposta negativa a causa degli spazi limitati a disposizione di ambedue gli organi.
Il rettore Francesco Peroni, che risponde solo della richiesta a lui presentata, dichiara: “Non c’è nessuna preclusione, allora la delegazione era stata accolta da me personalmente, abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per rispondere all’istanza. Il diniego è stato motivato su ragioni oggettive a causa della mancanza di spazi idonei”. “La richiesta – commenta il rettore - prevedeva l’utilizzo di spazi cospicui e per permettere ai ragazzi di coricarsi per la preghiera avremmo dovuto smontare e rimontare la mobilia all’interno dell’aula a turni orari molto ravvicinati”. Sostiene Peroni: “All’interno dell’università non abbiamo uno spazio vuoto libero da sottrarre all’attività didattica per l’esigenza di alcuni ma qualunque nuova richiesta, – prosegue - se rimodulata, verrà presa attentamente in esame”. E Besmir spiega: “Saremmo disponibili a condividere un’aula anche con altre confessioni religiose”.
L’Università Bicocca, ad esempio, dopo una richiesta simile aveva pensato di dotarsi di una stanza del silenzio, cioè un luogo condiviso da tutti gli studenti di ogni religione e dedicato alla preghiera, una soluzione provvisoria in attesa che il comune, stimolato dall’ateneo milanese, trovasse uno spazio di preghiera, esterno ma vicino, per tutti gli studenti di diverse religioni. I cattolici, ad esempio, nel caso dell’università di Trieste hanno a disposizione la cappella universitaria che si trova in via Fabio Severo ed è accessibile anche direttamente dal comprensorio dell’Erdisu.
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