[2012] 1992-1993, anni di guerra che hanno reso l'Abkhazia un territorio de facto indipendente. Nonostante la pulizia etnica che avuto luogo durante la guerra a danno della popolazione georgiana, l'Abkhazia di oggi è un territorio profondamente multietnico. In questo dossier, un reportage, un'intervista a un noto scrittore abkhazo e a un rappresentante della comunità armena. Ma anche fotografie e storie di quei georgiani che vent'anni fa hanno dovuto abbandonare le proprie case
Il reportage
Aleksej Gogua è uno tra gli scrittori in lingua abkhaza più importanti del Novecento. Negli anni dell'Unione sovietica i suoi romanzi tradotti in russo erano stampati in centinaia di migliaia di copie. La letteratura in Abkhazia oggi, il rapporto con la Russia, la situazione della lingua abkhaza. Un'intervista
A casa, parlano una variante dell'armeno occidentale, l'armeno hamshen. A scuola, studiano l'armeno orientale che si parla a Yerevan. Per le autorità di Sukhumi, dovranno parlare abkhazo entro qualche anno. Ma la maggior parte di loro, per il momento preferisce il russo. Un'intervista a Suren Kerselian, ex-presidente della comunità armena in Abkhazia
Attraversando il confine de facto sull'Inguri
In seguito alla guerra in Abkhazia nel 1992-1993, oltre 200.000 georgiani sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni. Molti di loro da ormai vent'anni si sono stabiliti a Zugdidi, la città georgiana più vicina al de facto confine con l'Abkhazia. Alcuni di loro si sono integrati nella società, altri vivono tutt'ora in una stiuazione precaria. Un fotoracconto
Sukhumi, 30 settembre - Giorgio Comai
Il 30 settembre in Abkhazia si festeggia il "Giorno dell'Indipendenza". In quel giorno, nel 1993, l'intera regione (ad eccezione della gola del Kodori) passò sotto il controllo degli indipendentisti. In Georgia si ricorda invece con particolare dolore il 27 settembre dello stesso anno, giorno della caduta di Sukhumi. In quelle settimane la quasi totalità della popolazione georgiana locale fu costretta ad abbandonare la regione