Sul lungomare di Sukhumi

Sul lungomare di Sukhumi (foto Giorgio Comai)

A casa, parlano una variante dell'armeno occidentale, l'armeno hamshen. A scuola, studiano l'armeno orientale che si parla a Yerevan. Per le autorità di Sukhumi, dovranno parlare abkhazo entro qualche anno. Ma la maggior parte di loro, per il momento preferisce il russo. Un'intervista a Suren Kerselian, ex-presidente della comunità armena in Abkhazia

16/11/2011 -  Giorgio Comai Sukhumi

 

La comunità armena è una delle più importanti dell'Abkhazia di oggi. Secondo gli ultimi dati forniti dall'ufficio statistico di Sukhumi relativi al 2003 (dati contesi, in attesa degli altrettanto discussi numeri relativi al censimento di quest'anno), si tratta di circa 45.000 persone, il 20 percento della popolazione. Secondo altre stime, sarebbero invece molti di più. Quali sono le principali attività della vostra organizzazione che rappresenta la comunità armena in Abkhazia?

Istruzione, cultura, sport, supporto alle famiglie armene, un movimento giovanile... tutto ciò di cui si deve occupare un'organizzazione sociale. Non siamo un'organizzazione politica.

Ha iniziato con la parola “istruzione”... quale è la situazione da questo punto di vista?

In Abkhazia ci sono circa 8.000 scolari di nazionalità armena - sono cifre approssimative - di cui 2.000 studiano in una tra le 32 scuole armene presenti nella repubblica, mentre gli altri vanno nelle scuole russe. Sono tutte scuole pubbliche. La maggior parte di queste scuole armene ha tutte le 11 classi del percorso scolastico, alcune meno, nove o quattro classi nei paesini più piccoli dove ci sono poche persone.

Nelle città, anche dove ci sono scuole armene, i genitori hanno iniziato a pensare che è meglio mandare i figli nelle scuole russe. Noi vorremmo che questo cambiasse, che sempre più bambini studiassero in scuole armene.

Ma le difficoltà sono tante... i manuali non si stampano qui, ce li mandano dall'Armenia, per via area ad Adler (l'aeroporto situato tra Sochi e il confine con l'Abkhazia, ndr). E poi c'è un problema con la carenza di personale, l'età media degli insegnanti è sempre più alta. Per questo motivo per alcune materie siamo costretti a ricorrere a insegnanti russi.

Perché la gente spesso preferisce mandare i figli nelle scuole russe?

La motivazione è semplice. Qui vicino c'è un Paese grande e solido, la Russia. Lì ci sono molte possibilità per il proseguimento dell'istruzione e per trovare lavoro. I genitori credono che i bambini che hanno ricevuto un'istruzione in russo avranno la vita più facile sia che debbano lavorare, sia che decidano di proseguire con gli studi.

Quali sono i contatti con l'Armenia?

Ci sono dei contatti, degli scambi, mandiamo qualche ragazzo, o degli insegnanti a fare dei corsi di aggiornamento. Ma per la mancanza di strade bisogna ricorrere all'aereo. E volare da Adler a Mosca costa la metà che non volare a Yerevan, anche se Yerevan è molto più vicina.

Gli armeni dell'Abkhazia non parlano però la stessa lingua che si usa oggi a Yerevan, ma armeno hamshen...

Esistono due lingue letterarie armene, armeno orientale e armeno occidentale. Gli armeni che vivono nell'Armenia contemporanea parlano armeno orientale, mentre gli armeni abkhazi parlano armeno hamshen, una variante dell'armeno occidentale, che da questo si differenzia comunque in modo sostanziale.

Questo è perché gli hamshen già da 1.000 anni hanno vissuto separatamente dagli altri armeni, nella parte settentrionale dell'odierna Turchia, tra Batumi a Trabzon. Adesso lì vivono gli hemshinli, armeni islamizzati. Parliamo praticamente la loro stessa lingua... viviamo separati ormai da più di un secolo, quindi qualche differenza c'è, ma nei fatti la lingua è la stessa. I turchi li chiamano hemshyli e non li riconoscono come armeni... ma loro stessi, anche se hanno cambiato cognome, riconoscono le loro radici.

Quindi gli armeni dell'Abkhazia a casa parlano armeno hamshen, mentre a scuola studiano l'armeno orientale, quello di Yerevan?

Sì, e quindi quando i nostri bambini vanno nelle scuole in pratica è come se imparassero una lingua straniera. Non studiano nella lingua che si parla a casa, ma nell'armeno letterario orientale. Certo, con il tempo abbiamo iniziato sempre di più a usare parole dell'armeno orientale anche nell'uso quotidiano, anche perché i nostri giornali e le nostre riviste sono in quella lingua. Ora in Abkhazia si vedono per satellite sei canali armeni. Tra questi, ci sono alcuni che trasmettono anche in armeno occidentale, molto diffuso tra gli armeni della diaspora che in buona parte provengono dai territori dell'odierna Turchia. D'altra parte, anche molti dei grandi autori armeni hanno scritto in armeno occidentale.

Le autorità di Sukhumi hanno approvato un paio di anni fa una legge sulla lingua statale, che rende obbligatoria la conoscenza della lingua abkhaza in numerosi ambiti, ad esempio per chi vuole lavorare in uffici pubblici, entro il 2015. Visto l'attuale livello di conoscenza della lingua tra i non abkhazi residenti qui, sembra difficile applicare questa legge, in particolare con le tempistiche attualmente in vigore...

Ritengo che una legge a tutela della lingua abkhaza sia necessaria, perché se vogliamo costruire uno stato abkhazo - e lo vogliamo costruire, altrimenti perché mai avremmo combattuto quella guerra a questo prezzo se non permettere agli abkhazi di costruire il loro stato - questo è necessario.

E gli abitanti dell'Abkhazia lo devono capire. Credo che a un abitante di Francia o Italia non venga neppure in mente che si possa vivere in un Paese senza sapere la lingua del proprio stato. Quando penso al fatto che i russi hanno vissuto per decenni nei Paesi baltici senza mai studiare la lingua locale... beh, non mi sembra un comportamento molto corretto.

Questa legge è mirata a sostenere lo sviluppo e la diffusione di questa lingua, ma questo deve essere un obiettivo di lungo periodo. Da parte nostra, degli armeni, non ci sono lamentele da questo punto di vista. Noi vogliamo che i nostri figli studino abkhazo, e infatti lo studiano anche nelle scuole armene. Ma non abbastanza. Se i nostri figli vivranno qui senza studiare abkhazo, tra 15-20 anni avranno problemi. Ad esempio, non potranno lavorare negli organi di governo.

Oggi però in Abkhazia la lingua più diffusa è senza dubbio il russo. Praticamente tutti lo parlano.

Di base, l'Abkhazia è una terra multinazionale dove tutti parlano russo. Ma credo sia importante sviluppare la lingua abkhaza, per davvero e non solo sulla carta. Certo, sembra più semplice dire “parliamo tutti russo” e non rompersi la testa con tutte queste questioni. Ma bisogna pensare anche ad altro. Quando ad esempio prendiamo un fiore e lo conserviamo in un libro è perché ne consideriamo l'importanza e la bellezza. E la lingua non è forse una preziosa eredità di tutta l'umanità?

Chiunque sostiene l'Abkhazia deve sostenere anche lo sviluppo della lingua di un intero popolo che è riuscita a sopravvivere per secoli, spesso in condizioni difficili. Se oggi si rinuncia all'abkhazo, domani toccherà a un'altra lingua, poi all'armeno, e magari un giorno sarà il turno dell'italiano.

Per quanto riguarda l'applicazione della legge sulla lingua statale, bisogna però tenere in considerazione un periodo di tempo realistico. Se cominciamo con questo programma di sostegno all'abkhazo con i bambini che ora sono all'asilo, e questi proseguono a studiarlo durante tutto il loro percorso educativo, alla fine parleranno abkhazo. Ma questo avverrà tra 15-20 anni... e a questa nuova generazione sarà legittimo richiedere la conoscenza dell'abkhazo.

Questo vuol dire che i vostri ragazzi parleranno armeno hamshen, armeno orientale, abkhazo, russo e possibilmente una lingua straniera, come l'inglese?

In Europa, il plurilinguismo, la capacità di parlare due o tre lingue, è una cosa normale. È così anche in buona parte dell'Asia.

Se la metodica sarà giusta, la capacità di parlare quattro lingue può essere una cosa normale, mi sembra del tutto realistico. Così è in altri paesi. Ad esempio, in Belgio in molti parlano fiammingo, francese, tedesco e inglese... quattro lingue.

Il pluringuismo è importante, l'importante è salvaguardare la propria lingua.


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