Il confine italo-jugoslavo alle origini della guerra fredda attraveso il film ''Cuori senza frontiere'' di Luigi Zampa (1950). Un progetto per le scuole
Un progetto didattico promosso dall'istituto ISTORETO di Torino. Pubblichiamo la premessa all'intero lavoro
A mano a mano che si rinnovano nella scuola gli appuntamenti con il Giorno del Ricordo, istituito da una recente legge (Legge 30 marzo 2004, n. 92), si vengono evidenziando i temi che caratterizzano la ricorrenza del 10 febbraio e il suo specifico apporto ad un calendario della memoria accresciuto, annualmente, di nuovi appuntamenti e impegni.
• Indubbiamente tra gli aspetti più presenti nell'attenzione delle scuole vi è il recupero delle memorie del passato, inteso come doveroso riconoscimento alle vittime dell'esodo e delle foibe, due volte penalizzate nel tempo in ragione del silenzio che si stese su quelle vicende al sorgere della guerra fredda. Un silenzio animato da diverse e tuttavia convergenti motivazioni sostenute dalle forze di governo, attente a favorire l'allontanamento di Tito dal blocco sovietico, dopo la rottura con Stalin nel 1948, e dalle forze di opposizione, impegnate a far dimenticare l'accondiscendenza delle posizioni togliattiane nei confronti delle richieste territoriali jugoslave.
Così avvenne che le correzioni di confine ad Est, evidente simbolo della sconfitta italiana nella guerra, sanzionata nel Trattato di pace di Parigi, e il conseguente esodo di 270.000 istriani, giuliani, dalmati non entrassero nella memoria collettiva del nostro paese. A contrastare questa situazione si proposero la tenace, inesauribile memoria degli esuli e, con diverso ruolo, il paziente lavoro degli storici, a cui poterono rifarsi coloro che vollero riscoprire questa pagina di storia intorno ai primi anni
Novanta.
• Un secondo punto di attenzione è rappresentato dall'analisi dell'esodo istriano in relazione ai giganteschi fenomeni di spostamenti di popolazione che caratterizzarono l'Europa al termine del secondo conflitto mondiale, dal Mare del Nord all'Adriatico, in particolare ai danni delle popolazioni legate - per loro storia - ai paesi sconfitti 1. Un tema anch'esso poco studiato e volutamente ignorato a livello d'opinione sia nei paesi che ne furono attori, sia in quelli che ricevettero i flussi di esodanti. Indizio importante, questo, di un rapporto irrisolto con quel passato, che diviene inevitabile assumere su di sé nell'operante prospettiva europea, per la densità di lezioni che contiene sul presente e per le chiavi di lettura che offre sui conflitti che - nell'Europa prossima al nuovo millennio - hanno fatto tristemente riparlare di esodi e persecuzioni contro i civili come strumento feroce della guerra.
Il caso dell'esodo istriano contestualizzato storicamente su scala europea assume, se possibile, maggiore rilevanza, poiché rimanda a fenomeni di lunga percorrenza nell'intero secolo passato (per limitarsi alla storia contemporanea) e rivela il presentarsi di variegate politiche nazionaliste al termine del conflitto mondiale, anche nel campo dei nuovi governi socialisti.
• Un terzo elemento che ha caratterizzato gli studi svolti nella scuola è stata l'attenzione dedicata ai due termini "esodo" e "arrivo", contemporaneamente considerati, con l'intenzione di analizzare non solo le forme dell'esodare ma anche quelle dell'inserimento nelle nuove realtà di approdo, sparse per ciò che riguarda l'Italia in più di cento località, da Nord a Sud 2.
Questo versante di studi ha consentito, ad esempio nel caso di Torino, di analizzare l'itinerario compiuto dalla comunità istriana dai momenti spaesanti dell'arrivo nel campo profughi sino alla laboriosa partecipazione alla stagione della "grande trasformazione" e del "boom" economico 3, momento cruciale di costruzione di un rinnovato profilo della città a cui altri massicci arrivi venivano contribuendo in modo determinante, questa volta sospinti non dalla coercizione dell'esilio senza ritorno, ma dalle dure necessità del bisogno: esperienze sicuramente differenti le une dalle altre, ma contrassegnate da aspetti comuni, rilevabili, se non altro, dall'alternarsi di diffidenza e accoglienza che esuli ed immigrati andavano incontrando nel loro cammino.
Come già nel precedente oggetto di studi viene a evidenziarsi una tematizzazione aperta a ulteriori aspetti curricolari, lontana da una celebrazione esteriore del Giorno del Ricordo: sono infatti qui considerate le pagine d'avvio del lungo dopoguerra e gli sviluppi della storia repubblicana, contrassegnati da fenomeni che nel loro corso hanno disegnato il Paese come oggi appare. Il valutare, insieme, i molteplici processi attraverso i quali la realtà torinese è venuta a modificarsi e i molti apporti che l'hanno arricchita, a partire da quello degli esuli, ha consentito poi di vedere il formarsi di un particolare dizionario di parole, quello dell'inclusione e dell'esclusione, che continua ad operare nel presente nei confronti dell' "altro", nelle mutevoli forme in cui si manifesta.
L'intenzione dell'Istoreto di presentare per l'appuntamento del 10 febbraio ulteriori strumenti d'accesso ai temi del confine orientale e dell'esodo ha condotto a sostenere la realizzazione di una proposta, presentata da Maurizio Gusso in occasione delle iniziative tenutesi a Torino per la prima Giornata del Ricordo nel febbraio 2005. Si trattava per l'appunto della riscoperta, a fini didattici, di un film di Luigi Zampa del 1950, Cuori senza frontiere, che fin dal primo assaggio ci era parso contenere una pluralità di chiavi interpretative e di suggestioni che non andavano lasciate cadere. Da questa constatazione si è sviluppata l'idea di una collaborazione che ha messo a frutto le produzioni e le attività cumulate sul tema dall'Istoreto sin dal 1999 4 e si è giovata delle sperimentate competenze filmiche e tecniche di Ernaldo Data, accoppiate all'autorevolezza in campo didattico di Maurizio Gusso, appassionato cultore - come il lettore vedrà - di fonti audiovisive. Questa l'origine del lavoro che il nostro Istituto ha prospettato - per il 2007 - tra le voci di una pluriennale, felice collaborazione con il Cesedi e la Provincia di Torino, particolarmente intensa sui temi dell'esodo istriano.
Tra gli elementi che testimoniano della particolare sorte toccata all'esodo istriano è la sua marginalità nella filmografia italiana del dopoguerra, antenna sensibilissima dei fenomeni sociali che attraversarono il nostro Paese negli anni della ricostruzione, così appagante ed efficace da assurgere a strumento tra i più usati per rappresentare quegli anni italiani al mondo e, in seguito, per ripresentare a noi stessi quel tempo, a sostegno di una memoria collettiva troppo spesso recalcitrante ed incerta. Un mezzo complesso, quello cinematografico, che ha trovato diffusa applicazione anche nella scuola, con l'intento di supportare l'azione d'insegnamento / apprendimento della storia e di avvicinare i giovani alle vicende del passato. Al di là delle cautele metodologiche e dei necessari apprendistati, su cui si soffermano i contributi di Maurizio Gusso riportati nel CD allegato, si tratta di un ricorso motivato dai numerosi vantaggi che può presentare in termini curricolari e interdisciplinari, avvalorato da autorevoli conferme storiografiche 5.
Nel caso in oggetto, tuttavia, pochi, anzi pochissimi, come scrive Maurizio Gusso, sono i film che presentano nel loro sviluppo, per un qualche aspetto, la questione dell'esodo istriano. Due sole le pellicole interamente dedicate al tema: La città dolente, di Mario Bonnard, del 1949, e per l'appunto Cuori senza frontiere di Luigi Zampa.
La nostra scelta, come punto di partenza, è caduta su questo film per il particolare sguardo che getta sulle vicende, alle origini delle alterne sue fortune in allora.
Ed è dal confronto tra Data e Gusso che sono emersi alcuni percorsi di lettura del film, inseriti nel DVD per la loro utilità, per quanto non vogliano esaurire i possibili itinerari che docenti e studenti tracceranno nelle loro attività.
I tre "punti di vista" utilizzati affrontano le tematiche dell'esodo in rapporto al sistema dei personaggi del film e pongono al centro le relazioni correnti all'interno del gruppo dei bambini, le relazioni sentimentali e quelle che intessono la società civile di un paese diviso da una nuova linea di confine. Si tratta di aspetti fortemente sottolineati da Zampa, che consentono di analizzare gli eventi oltre la dimensione politica per i loro effetti profondi sulla vita comunitaria e sui singoli. In tale direzione diviene particolarmente fecondo il ricorso allo sguardo dei bambini, incapaci di rintracciare un senso nelle costrizioni che la nuova situazione comporta; un'incomprensibilità che si trasforma in un atto di accusa per il mondo dei "grandi", presente anche in alcune opere letterarie tra le più convincenti di Boris Pahor e Fulvio Tomizza.
Tra i materiali del CD di accompagnamento, si segnalano le interviste provenienti dalle ricerche sull'esodo di Enrico Miletto, che nell'occasione ringraziamo, ed inoltre fotografie, carte geografiche e topografiche, accompagnate da bibliografie di riferimento. Accanto a questi elementi, visionabili in parte anche nel DVD, si raccomandano gli approfondimenti sull'uso didattico delle fonti cinematografiche e sul cinema di Luigi Zampa offerti da Maurizio Gusso ad un pubblico esperto, che voglia costruire percorsi didattici più complessi, costruiti magari in dialogo con i curatori del presente lavoro e con l'Istoreto, che si propone sin d'ora come interessato tramite per i fruitori di questo kit multimediale.
Note
1 Cfr. M. Cattaruzza, M. Dogo, R. Pupo (a cura di), Esodi, trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 2000; si vedano inoltre le indicazioni di lettura sul tema degli spostamenti di popolazione contenute nel capitolo 5, Bibliografie
2 Non si dimentica la dimensione internazionale dell'esodo, in particolare verso altri continenti, che caratterizzò la diaspora della popolazione istro-veneta; su questo aspetto, tuttavia, non siamo a conoscenza di esperienze didattiche.
3 Sul tema ha costituito un riferimento essenziale la ricerca compiuta da Enrico Miletto, pubblicata con il titolo Con il mare negli occhi. Storia, luoghi e memorie dell'esodo istriano, Torino, Angeli, 2005
4 Di quell'anno è la pubblicazione Conflitti politici, etnici e memorie divise in Venezia Giulia, Friuli, Istria, Consiglio Regionale del Piemonte - ISRP, 2002, contenente i risultati di una tavola rotonda organizzata il 9 dicembre 1999; per una più ampia informazione sulle attività condotte da Istoreto sul tema, si rimanda alla pagina del sito http://www.istoreto.it/didattica/1002_home.htm
5 Si rinvia, tra gli altri, ai lavori di Pierre Sorlin e di Giovanni De Luna, indicati nelle Note bibliografiche ai contributi di M. Gusso, poste al capitolo 7 del CD. Aggiungo a quelle citazioni il Dossier su Le cinéma dans l'enseignement de l'histoire, apparso recentemente su "Le cartable de Clio. Revue romande et tessinoise sur les didactiques de l'histoire, n.7, 2007, pp. 11-110 ; al suo interno contributi di P. Sorlin, G. De Luna et. alii.
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