Abbiamo incontrato Jovan Divjak diverse volte, la prima nel 2015. L’ associazione OGBiH da lui fondata e diretta aveva da poco compiuto 20 anni. Ci accolse con semplicità, come se fosse la cosa piû naturale del mondo parlare con degli sconosciuti. In quel primo incontro, durante il quale ovviamente si parlò della guerra e dell’assedio di Sarajevo, ad un certo punto disse : « Mais ne parlons pas de la guerre, parlons de l’amour ».
È forse l’aspetto più paradossale di Jovan Divjak : il suo profondo amore per Sarajevo, per la Bosnia, per la sua gente, la quale ricorderà sempre quella straordinaria umanità, mostrata e vissuta da un ex generale, un militare di professione, uno che ha fatto la guerra ma che detesta la guerra dal profondo e dona tutto se stesso a coloro che le cicatrici della guerra le porteranno per sempre : ai figli dei caduti, affinchè possano studiare e contribuire ad un futuro migliore, per se stessi e per la Bosnia-Erzegovina.
In occorrenza del 25mo dell’associazione OGBiH avemmo l’onore di essere invitati ai festeggiamenti. Jovan Divjak venne di persona ad accoglierci all’aeroporto di Sarajevo, pur non essendo noi ospiti di particolare riguardo: Ma ciò non contava per lui. Abbiamo passato in quell’occasione ore indimenticabili a contatto con la sua umanità ed in presenza di tantissimi amici dell’associazione venuti da ogni parte d’Europa.
Ora che non c’è più comprendiamo che ai grandi basta poco per lasciare un’impressione profonda. Essa ci lega a tutti coloro che grazie a lui abbiamo conosciuto, con i quali intendiamo impegnarci anche in futuro per la Bosnia-Erzegovina. Sappiamo che ne sarebbe stato felice.
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