Antonio Cassese

Un breve ricordo del nostro direttore di testata Luka Zanoni di Antonio Cassese e un'intervista che abbiamo realizzato in occasione del pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia sulla legittimità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo

24/10/2011 -  Luka Zanoni

Esistono persone di alto profilo accademico o istituzionale che sono quasi irraggiungibili. Ottenere un’intervista con loro o scambiare due parole spesso è tremendamente difficoltoso.

Non è mai stato così per il professor Antonio Cassese. Mi spiace molto non averlo mai incontrato di persona, non avergli stretto la mano almeno una volta. E questo non certo per poter vantare conoscenze altolocate ma semplicemente perché tra gli scambi di  mail e gli incroci in trasmissioni radiofoniche, il professor Cassese ha sempre dimostrato la sua grande umanità e disponibilità.

Ricordo il giorno in cui, fissato un appuntamento per un’intervista telefonica ad un orario preciso dal suo ufficio in Olanda, non riuscivamo a rintracciarlo. Decido di riprovare a contattarlo via mail, pensando che mai avrebbe risposto in tempi brevi. Inaspettatamente, il noto giurista e primo presidente del Tribunale internazionale dell’Aja, con grande umiltà si scusò per avermi comunicato un numero di telefono errato. L'intervista alla fine si fece.

Da quella volta ci siamo risentiti ancora, per poter avere un suo parere sulle questioni delicate riguardanti l’ex Jugoslavia, dopo gli arresti eccellenti dei latitanti del TPI. Il suo impegno per i diritti umani e la sua chiarezza nell’esporre le difficoltà della giustizia internazionale hanno fatto e faranno scuola per una miriade di studenti e studiosi del diritto internazionale.

Ci mancheranno i suoi editoriali illuminati, ma ci mancherà ancora di più l’umanità del professor Cassese.


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