Albania on the road

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Un viaggio on the road in Albania, da Lezha (Alessio) al lago di Ocrida, lungo la costa adriatica passando per le città di Perrenjas e Pogradec. Il ritorno a casa fa sempre riflettere e fa notare i cambiamenti dei luoghi visitati anni fa. Oggi l’Albania è diventata una meta turistica piuttosto ambita e anche questo ha modificato il paese, col rischio che bellezze incontaminate soccombano al turismo di massa. Foto e testi di Gentiola Madhi

Splende il sole, il mare è calmo e il termometro segna 25 gradi durante l’ultimo weekend di ottobre in Albania. Mentre tutti circolano in maniche corte, c’è anche chi prende il sole sulla spiaggia e i più coraggiosi fanno persino il bagno in mare. 

Approfittando del ponte di Ognissanti, abbiamo deciso all’ultimo minuto di fare un breve viaggio on the road nella meta turistica più ambita d'Europa di questo 2023. Con quattro giorni a disposizione e lo zaino in spalla, siamo partiti senza troppe ambizioni e con un itinerario non ben definito. L’idea era di partire dalla costa adriatica nei pressi della città di Alessio (Lezha), vista la vicinanza con l’aeroporto di Tirana, per raggiungere poi il lago di Ocrida, rinomato per le sfumature autunnali, la pace e la tranquillità.

Dopo il pranzo in una locanda nei pressi di Kune Vain, ci siamo diretti verso la spiaggia di Rana e Hedhun (in lingua albanese letteralmente:  sabbia gettata) nella provincia di Alessio. Per arrivarci abbiamo percorso una strada stretta, costruita durante il regime di Hoxha, che serpeggia in mezzo agli alberi di pino e sbuca davanti ad acque cristalline e dune di sabbia. Considerata monumento della natura, l’area si è salvata dalla furia dell’uomo di costruire ovunque ed è abbastanza frequentata dai giovani. 

Del tutto differente il destino della vicina cittadina costiera di Shengjin, sfigurata dalle centinaia di recenti costruzioni abitative, a volte a pochi metri dalla riva del mare. Anche  questo contribuisce a creare l’immagine dell’Albania come terra di contraddizioni.

Muniti di pazienza e con una sosta intermedia a Tirana ci siamo avviati verso il lago di Ocrida. Il traffico caotico è la principale difficoltà nel muoversi in Albania. La causa è l’inadeguata infrastruttura stradale e un sistema di trasporto pubblico poco efficiente. Percorrere il tragitto da Tirana fino al lago di Ocrida richiede abbastanza tempo perché quasi tutti usano l’auto. Pur essendo una delle arterie nazionali più importanti del paese, che collega il porto di Durazzo alla città macedone di Ohrid, la strada è tuttora stretta e molto battuta dai camion. In un tragitto di 30 km abbiamo incrociato tra la città di Perrenjas e Pogradec circa 40 tir. 

Lungo la strada abbiamo notato l’inizio dei lavori della nuova autostrada, ma ci vorranno anni prima che diventi funzionale. Questa zona testimonia quanto la siccità abbia colpito il paese, si vede bene il fiume Shkumbin, uno dei più importanti per l’economia locale, trasformato in un ruscello. 

Il lago di Ocrida ci regala la tranquillità tanto desiderata, con il cinguettio degli uccelli in sottofondo e i pochi turisti che passeggiano lungo la riva. Qua e là ci sono anche dei piccoli cantieri, i residenti sono già al lavoro in vista della stagione estiva che verrà. Vista la vicinanza, non potevamo non visitare anche il Monastero ortodosso di San Naum, costruito sul versante macedone del lago.

Siamo rimasti impressionati dal ritorno alle tradizioni e alla gastronomia locale, e non sono mancati nemmeno i momenti nostalgici su come era la nostra vita in Albania durante gli anni ‘90. Ritornare ad assaporare di nuovo la cucina casereccia albanese nelle locande costruite in mezzo alla natura non ha prezzo. Abbiamo però notato anche  un aumento dei prezzi in seguito all'ingente flusso di turisti di quest’anno. L’uso frequente dell’euro al posto della moneta locale lek, anche per i piccoli acquisti, va a discapito dei residenti e dell’economia nazionale in generale. 

Nei primi dieci mesi del 2023 l’Albania è stata visitata da nove milioni di turisti stranieri, di cui due milioni solo ad agosto. Gli italiani si posizionano secondi, solo dopo i cittadini del Kosovo. L’offerta turistica è molto diversificata sia per gli amanti delle spiagge che della montagna, con la gastronomia e le tradizioni locali che fanno da collante. Rimane comunque la preoccupazione per la capacità delle istituzioni di preservare le risorse naturali in modo adeguato e contrastare la tendenza di offrire ogni angolo del paese al turismo di massa.