Kyiv Pride: marcia arcobaleno tra diversità e polizia

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25 giugno 2019

"È stata la festa che volevamo, e che doveva, essere perché - hanno ribadito gli organizzatori - la libertà è la nostra tradizione". L’edizione 2019 del Kyiv Pride si chiude con un successo con una stima di circa 8000 partecipanti – quasi il doppio rispetto al 2018 – e l’assenza di violenza che aveva caratterizzato le precedenti edizioni. Un fotoracconto di Monica Ellena

La bandiera arcobaleno, simbolo della comunità lesbica, gay, bisessuali e transgender (LGBT) ha sventolato sulla capitale ucraina Kiev domenica 23 giugno tra una massiccia presenza della polizia in assetto anti-sommossa che ha tenuto sotto controllo alcune centinaia di rappresentanti dei gruppi conservatori e religiosi. Solo un paio di sabotatori hanno cercato di intrufolarsi, senza successo, nella Marcia dell’Uguaglianza, che si è snodata nel cuore della città.

Corteo
Scandendo lo slogan “la libertà è la nostra tradizione,” il corteo ha sfilato lungo il centro di Kyiv. Un caleidoscopio di persone, colori e striscioni - “La diversità è bella”, "Diritti umani = paese felice", "Nessuna violenza - sì a uguali diritti!" “Chi decide cosa è la normalità?”
Arcobaleno
Due ragazzi avvolti nella bandiera arcobaleno, simbolo della comunità LGBT disegnata nel 1978 dall’icona dei diritti gay Gilbert Baker.
Polizia
Un triplo cordone di poliziotti anti-sommossa protegge la marcia lungo la centrale Shevchenko Avenue. Il giorno precedente alla marcia, la polizia ha arrestato nove uomini che stavano presumibilmente pianificando una protesta violenta durante l’evento. Nel 2018 le forze dell’ordine fermarono 56 persone appartenenti a gruppi nazionalisti che avevano organizzato tafferugli prima della marcia.
Bandiera transgender
Per la prima volta al Kyiv Pride ha fatto la sua apparizione il tricolore della comunità transgender. Disegnata nel 1999 da Monica Helms, donna transgender già ufficiale della marina americana, la bandiera ha un preciso significato – le strisce azzurre indicano il colore tradizionalmente “assegnato” ai maschi, quelle rosa il colore per le femmine, mentre il bianco al centro è dedicato a chi sta considerando, o ha già fatto, la transizione o che considera il proprio genere neutrale o indefinito.
Libertà di espressione
“La sodomia è la strada per l’inferno”, è lo slogan scritto su lunghi drappi neri con i quali i gruppi conservatori e religiosi hanno circondato le strade lungo le quali si è dipanato il corteo. Le forze di polizia non hanno impedito ai contro-manifestanti di esprimere il loro dissenso. “Come deve essere, tutti hanno diritto a esprimere ciò che pensano, se questo pensiero non si trasforma in violenza”, ha spiegato un attivista. “La libertà di espressione non è una strada a senso unico”.
Drag queen
Striscione
Lo striscione “Liberi e Uguali” preparato dalle organizzazioni internazionali e guidato dalle Nazioni Unite. Nel 2015 il parlamento ucraino ha adottato la legge anti-discriminazione, inclusa sul luogo di lavoro, come parte di una serie di normative necessarie per permettere ai cittadini ucraini di viaggiare nell’area Schengen senza visto per tre mesi.
Nuove regole
Nel 2016 il decreto 1041 ha cambiato le regole per il cambio di sesso, annullando alcuni obblighi come la sterilizzazione o il permesso di una commissione ad-hoc, ma mantenendo quello di un esame psicologico.
Omofobia
Nonostante il governo post-Maidan sostenga dal 2014 i diritti LGBT, l’omofobia rimane diffusa. Secondo un sondaggio condotto lo scorso dicembre su un campione di 1998 persone dal think-tank Democratic Initiatives il 47% degli ucraini ritiene che i diritti delle minoranze sessuali dovrebbero essere limitati. Il 37,5% è contrario alle restrizioni e il 15,6% non ha un'opinione sull’argomento.
Tbilisi pride
Un partecipante indossa la T-shirt del Tbilisi Pride che avrebbe dovuto svolgersi sabato 22 giugno nella capitale georgiana ma è stato rinviato dagli organizzatori a data da destinarsi. Le proteste in corso a Tbilisi contro la presenza russa nelle regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del sud hanno spinto il team a cancellare la Marcia della dignità per unirsi ai manifestanti riuniti di fronte al Parlamento dallo scorso 20 giugno.
Volontari
Un gruppo di partecipanti ascolta le indicazioni di uno dei centinaia di volontari che hanno gestito la logistica dell’evento. Gran parte delle persone in marcia erano giovani al di sotto dei 35 anni.
Presidente
L’amministrazione comunale ha apertamente sostenuto la manifestazione e il presidente Volodymyr Zelenskiy ha esortato la polizia a garantire la sicurezza e prevenire eventuali episodi di violenza. In un post sul suo profilo Facebook, il neo-eletto capo dello Stato ha ribadito che “la Costituzione ucraina assicura uguali diritti e libertà costituzionali a tutti i cittadini”.
Amore
“Non amo un uomo. Non amo una donna. Amo l’umanità”.
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