La Slovacchia protesta per l'omicidio Kuciak

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19 marzo 2018

Il 9 marzo scorso decine di migliaia di persone sono scese per le strade di Bratislava per protestare contro il governo. L'omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata, avvenuto il 25 febbraio scorso, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento nel paese. Kuciak stava investigando sulle connessioni tra il governo slovacco e la 'ndragnheta italiana. Foto e testi di Michele Sordo

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L’uccisione di Jan Kuciak e della sua fidanzata, per il popolo slovacco, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il giornalista ventisettenne, trovato morto nel suo appartamento domenica 25 febbraio, stava lavorando ad un articolo riguardo la ‘ndrangheta italiana in Slovacchia e le connessioni con il governo di Robert Fico. Gli investigatori descrivono l’episodio come una vera e propria esecuzione.
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Le contestazioni, volutamente apartitiche e fortemente pacifiche, hanno richiesto un chiaro segno contro la dilagante corruzione del governo del partito socialdemocratico SMER (in italiano, “Direzione”), quali le dimissioni del premier Fico e il ritorno a nuove elezioni.
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Qualche giorno precedente alla morte, infatti, Jan Kuciak aveva richiesto risposte alle autorità riguardo le connessioni tra il governo e degli uomini d’affari italiani apparentemente collegati alla ‘ndrangheta.
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Lo scorso 9 marzo 50.000 persone si sono radunate a Namestie SNP, a Bratislava. Oltre alla protesta nel centro della capitale, circa 15.000 slovacchi si sono riuniti a Košice (seconda città per numero di abitanti) ed ulteriori manifestazioni sono state organizzate in altre città slovacche e di fronte alle varie ambasciate nel mondo. La stima totale è di circa 90.000 manifestanti. 
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Nei giorni precedenti la protesta correva voce della volontà di spingere i manifestanti a degli scontri violenti. La protesta è invece stata pacifica, popolata da giovani, anziani e famiglie con bambini.
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Persone di ogni ceto ed età si sono unite a manifestare per il cambiamento e per chiedere la fine di un sistema che tutti vedono come corrotto e clientelare.
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Il titolo del manifesto, che tradotto in italiano significa “Iene anti-slovacche”, ironizza sulle definizioni date dal primo ministro ai giornalisti. Le indagini di Kuciak coinvolgevano specialmente la segretaria del primo ministro Maria Troskova, famosa per aver concorso a miss universo e per il suo ex socio Antonino Vadalà.
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Robert Fico, durante il secondo mandato, assunse come segretaria personale Maria Troskova su raccomandazione dello stesso Vadalà. La nomina fu già allora molto criticata, in quanto Maria Troskova aveva lavorato come modella e su internet erano reperibili fotografie che la ritraevano nuda.
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L'indagine di Kuciak era incentrata su finanziamenti che aziende collegate alla ‘ndrangheta avrebbero ricevuto in quanto proprietarie di svariati terreni, senza avere mai coltivato nulla, semplicemente sfruttando le proprie conoscenze (e la corruzione) per evitare i controlli.
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Il Parlamento europeo ha nominato una delegazione di sei membri, che ha visitato la capitale Bratislava. Mercoledì 14 marzo la delegazione ha riferito in assemblea plenaria, parlando di “problemi sistemici nel controllo della spesa dei fondi europei, riguardanti stati membri inclusa la Slovacchia”.
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Suonare il proprio mazzo di chiavi, come fosse l’ultimo rintocco della campana, è il simbolo delle proteste slovacche dalla Rivoluzione di Velluto del 1989, che portarono alla liberazione dal regime comunista.
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Al termine della protesta, i manifestanti hanno cantato in coro l’inno della Repubblica Slovacca.