Le dimostrazioni di solidarietà per il 32° anniversario dell'indipendenza del Nagorno Karabakh
ita engManifestazioni per l'anniversario della proclamazione di indipendenza del Nagorno Karabakh si sono tenute in tutto il mondo, Tbilisi inclusa.
Testo e foto di Onnik James Krikorian
Il 2 settembre scorso si sono svolte manifestazioni in tutto il mondo per celebrare il 32° anniversario della proclamazione di indipendenza del Nagorno Karabakh, regione separatista situata all’interno dell’Azerbaijan, ma abitata principalmente da persone di etnia armena e teatro di scontri fin dagli anni Novanta, tra Azerbaijan e Armenia.
Tutti i tentativi di risolvere il conflitto tra Armenia e Azerbaijan sulla disputa finora non hanno portato frutti. Dal 12 dicembre 2022 la situazione nel Karabakh è notevolmente peggiorata con l’interruzione del traffico attraverso il cosiddetto “Corridoio di Lachin”, il collegamento di cinque chilometri che collega il Karabakh all'Armenia attraverso quello che è internazionalmente riconosciuto come territorio dell'Azerbaijan.
Ci sono resoconti credibili di una catastrofe umanitaria imminente. L'intento delle manifestazioni del 2 settembre è stato di mostrare solidarietà con gli armeni della regione, oggi assediata, e di sensibilizzare l'opinione pubblica a livello globale. Le manifestazioni per l’anniversario sono state organizzate dalla Federazione rivoluzionaria armena – Dashnaktsutyun (ARF-D), un partito nazionalista di opposizione in Armenia e nella diaspora. Gli organizzatori non sono riusciti però ad attirare una significativa copertura stampa in patria o all'estero e la partecipazione alle manifestazioni è stata bassa. La più grande, a Yerevan, ha contato circa 10mila persone.
Altrove, i manifestanti si sono attestati ad appena poche decine. In parte, ciò è dovuto al fatto che l’opposizione rimane impopolare in Armenia e tra la maggior parte degli armeni. Anche gli ex presidenti Robert Kocharyan e Serzh Sargsyan hanno partecipato a quella che è stata una manifestazione che chiedeva tanto le dimissioni dell’attuale primo ministro Nikol Pashinyan quanto una dimostrazione di sostegno al Karabakh. "Oggi, come 32 anni fa, siamo di nuovo al punto in cui la forte volontà di tutti gli armeni e l’unità attorno a un obiettivo sono l’unico modo per preservare l’indipendenza dell’Artsakh [Nagorno Karabakh]”, ha scritto Kocharyan in una breve lettera aperta. Quel messaggio, però, sembra non essere stato ascoltato.
A Tbilisi alla manifestazione hanno partecipato meno di cento persone. Negli ultimi anni organizzazioni affiliate a Dashnaktsutyun hanno cercato di mobilitare in città la forte comunità armena di 40mila persone, ma con scarso successo. Gli armeni sono circa 168mila in tutta la Georgia. Per ottobre sono previste ulteriori manifestazioni da parte di una piccola organizzazione non governativa che si autodefinisce “Comunità armena della Georgia”. A giugno, il gruppo aveva già organizzato un’altra protesta contro il governo di Pashinyan e la sua politica sul Karabakh davanti all’ambasciata armena a Tbilisi.