Terremoto in Turchia

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Il bilancio delle vittime del terremoto che ha devastato il sud-est della Turchia continua a salire. Secondo gli ultimi dati sarebbero morte almeno 461 persone. I feriti sono oltre 1350. Dalla provincia di Van, epicentro della scossa, il nostro corrispondete Alberto Tetta ha inviato alcuni scatti della devastazione e la cronaca della giornata (26 ottobre 2011)

La Turchia ha accettato gli aiuti offerti dalla comunità internazionale rifiutati nei giorni immediatamente successivi al terremoto.
Sta lentamente migliorando la gestione dell’emergenza nelle zone colpite dal sisma di 7,2 gradi della scala Richter di domenica.
Mentre nella città di Van cominciano a riaprire i negozi e la vita lentamente ricomincia a nord del capoluogo gli edifici sono stati quasi completamente rasi al suolo dalle scosse, la cittadina di Erciş non esiste più.
Il centro di Erciş è un cumulo di macerie dove, tra forti scosse di assestamento, si continua a scavare nella speranza di trovare qualcuno ancora vivo e ieri è arrivata anche la pioggia a rendere ancora più dure le condizioni di vita di chi ha perso la propria casa ed è ora costretto a vivere nelle tendopoli.
Sale intanto il bilancio delle vittime, sarebbero 461 i morti accertati e 1352 i feriti secondo il comunicato, aggiornato alle otto di questa mattina, diffuso dal Coordinamento per la gestione dell’emergenza del Consiglio dei ministri.
“Perdonateci maestri!” titola il quotidiano Radikal. Una delle categorie professionali più colpite dal sisma sono stati gli insegnanti: 48 morti e 40 quelli rimasti sotto le macerie di scuole costruite senza rispettare le principali norme anti-sismiche.
Il 90% delle scuole in Turchia non sarebbero infatti a prova di terremoto ed è polemica sul bassissimo tasso di edifici antisismici: solo il 9% nella provincia di Van e una su quattro a livello nazionale.
Questa mattina in una conferenza stampa a Van, Ahmet Lütfi, il presidente della mezzaluna rossa turca, ha ammesso difficoltà nella gestione dell’emergenza.
“17 tir sono stati assaltati da saccheggiatori, se questo non fosse avvenuto ora a Van avremmo potuto montare 50 tende in più”, ha affermato.
Inoltre le autorità turche non avevano previsto che sarebbero state necessarie cosi tante tende.
In una città come Van con un sisma di questa portata le autorità stimavano in 20 mila le persone che sarebbero rimaste senza casa ma il fatto che la maggior parte delle persone non voglia vivere nelle tendopoli e preferisca invece dormire davanti alle loro case (in tenda) per paura dei ladri e prendersi cura degli animali domestici aumenta in maniera esponenziale il numero di tende necessarie.