Bosnia - Pixabay

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Fortissime polemiche in Bosnia-Erzegovina oer l'inaugurazione di una croce a Višegrad in ricordo dei volontari russi morti combattendo con le truppe serbo-bosniache. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [13 aprile 2017]

 

Passato e memoria tornano a dividere in Bosnia-Erzegovina, a più di vent'anni dalla fine del sanguinoso conflitto che devastò il paese nella prima metà degli anni '90. A riaccendere la miccia delle polemiche è una croce di cinque metri e mezzo d'altezza e 400 chili di peso: innalzata mercoledì scorso a Višegrad per commemorare i volontari russi mortià combattendo a fianco delle truppe serbo-bosniache.

L'inaugurazione del controverso monumento - avvenuta alla presenza di veterani russi e serbi - è stata organizzata col beneplacito del governo della Republika Srpska - l'entità serba di Bosnia – provocando subito un'ondata di reazioni sdegnate da parte bosgnacca.

Le Madri di Srebrenica e Žepa insieme all'Associazione dei testimoni del Genocidio in Bosnia, hanno definito la croce “un riconoscimento ai crimini di guerra” e un “insulto alle vittime innocenti del conflitto”, denunciando il monumento ai paramilitari russi come un gesto provocatorio e pericoloso.

Višegrad, nota per il maestoso ponte sul fiume Drina cantato dal premio nobel Ivo Andrić, prima del conflitto era a maggioranza musulmana ma, durante la guerra è stata teatro di una delle peggiori campagne di pulizia etnica operata delle forze serbe in Bosnia. Quando le armi hanno taciuto, mancavano infatti all'appello almeno tremila bosniaco-musulmani.

Dopo l'erezione della croce le associazioni dei familiari delle vittime hanno annunciato di voler innalzare un memoriale ai propri cari scomparsi in quei tragici anni, monumento che dovrebbe sorgere lungo le rive, ancora senza pace, della Drina.

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