Fino a fine 2021 la Bulgaria non solleverà il veto alla Macedonia del nord per aprire i negoziati di adesione di Skopje all'Ue. Con la nascita del nuovo governo bulgaro, però, si riaccendono le speranze di un'uscita dall'impasse. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [11 dicembre 2021]
Almeno fino a fine 2021, la Bulgaria non farà alcun passo indietro sul veto imposto alla Macedonia del nord, che attualmente impedisce a Skopje di far partire i negoziati di adesione all'Unione europea.
E' questa una delle ultime decisioni del governo tecnico oggi alla guida della Bulgaria, proprio mentre il nuovo premier in pectore, Kiril Petkov, leader del progetto centrista “Continuiamo il cambiamento” e trionfatore delle ultime elezioni anticipate in Bulgaria di metà novembre, si appresta a presentare il nuovo esecutivo.
Dal nuovo premier ci si aspetta un atteggiamento più pragmatico verso la questione: Bulgaria e Macedonia del nord sono ai ferri corti per irrisolte questioni storiche e culturali, che un trattato di buon vicinato sottoscritto nel 2017 non è riuscito a risolvere.
Le autorità di Skopje mostrano ottimismo, e sperano che con la fine della lunga stagione di instabilità politica in Bulgaria, che ha attraversato gli ultimi due anni, ci potrà essere una svolta positiva già nei primi mesi del 2022.
Per il momento, però, lo stallo non si sblocca. Al consiglio europeo del prossimo 16 dicembre, la Bulgaria confermerà il suo “no” alla Macedonia del nord, nonostante le forti pressioni che arrivano non solo dall'Ue, ma anche dagli Stati Uniti.
Per il governo bulgaro, l'Albania è invece pronta per ricevere “luce verde”: Tirana e Skopje, però, camminano agganciate sulla strada europea, e il blocco alla Macedonia del nord impedisce al momento qualsiasi progresso anche per la vicina Albania.
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