La Bulgaria – il paese Ue col più basso tasso di vaccinati – ha introdotto l'obbligo del green pass per arginare la nuova, pesante ondata di Covid-19, una decisione che ha però scatenato proteste di piazza. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [23 ottobre 2021]
Da giovedì scorso i cittadini bulgari devono presentare il green pass per ogni attività al chiuso, da palestre a ristoranti passando per i centri commerciali. La decisione è arrivata dopo numerosi tentennamenti delle autorità, e solo dopo che il numero di morti e ospedalizzati è tornato a impennarsi nelle scorse settimane, toccando i livelli record registrati nell'ondata della scorsa primavera.
Le nuove misure, varate da un governo tecnico, hanno incontrato una visibile opposizione, sia dalla piazza che diverse formazioni politiche, che hanno chiesto le dimissioni dell'attuale ministro della Salute. Al tempo stesso, però, dall'entrata in vigore delle restrizioni anche il numero di cittadini in coda per farsi vaccinare è aumentato sensibilmente.
La Bulgaria continua ad essere stabilmente il paese dell'Unione europea col più basso tasso di vaccinati, intorno al 24% della popolazione adulta: e con quasi 3200 morti per milione di abitanti è il paese Ue con la più alta mortalità da Covid-19. Nonostante l'ampia disponibilità di vaccini, gran parte della popolazione resta però scettica, anche a causa del radicata diffidenza nei confronti delle autorità maturata negli ultimi decenni.
Anche la campagna vaccinale ha sofferto la forte instabilità politica che attanaglia il paese dalla scorsa primavera, quando in seguito a lunghe proteste è caduto il governo di centro-destra guidato dal premier Boyko Borisov: da allora due tornate elettorali non sono riuscite a creare le condizioni per un nuovo esecutivo, e nuove elezioni sono previste per il prossimo 14 novembre.
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