Il premier bulgaro Kiril Petkov - © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Il premier bulgaro Kiril Petkov - © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Con l'annunciata uscita dal governo di uno dei partiti della maggioranza, la Bulgaria torna ancora una volta nel pieno della crisi politica. Il premier riformista Kiril Petkov tenta ora la strada del governo di minoranza. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [11 giugno 2022]

Sembra essersi già esaurita in Bulgaria la breve stagione delle riforme iniziata dopo le elezioni anticipate dello scorso novembre. Il movimento “C'è un popolo così” del popolare showman Slavi Trifonov ha infatti annunciato di lasciare la coalizione che sostiene il governo di Kiril Petkov, leader del movimento riformista “Continuiamo il cambiamento”.

La mossa di Trifonov arriva dopo mesi di difficile coabitazione al governo di quattro partiti, che Petkov – stella nascente della politica bulgara – è riuscito a mettere insieme con la promessa di riforme strutturali per superare l'eredità di dieci anni di governo dell'ex premier di centro-destra Boyko Borisov, accusato di corruzione e nepotismo.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, secondo Trifonov, è l'intenzione del premier di sollevare il veto all'apertura dei negoziati Ue per la vicina Macedonia del nord, a cui “C'è un popolo così” si oppone fermamente, ma nel corso degli ultimi mesi all'interno della maggioranza si erano già registrate tensioni su vari fronti, dal budget alla distribuzione delle poltrone per arrivare agli aiuti militari all'Ucraina.

Il rischio è ora quello dell'ennesima crisi politica in un momento di guerra e instabilità nella regione del Mar Nero. Per evitarla il premier Petkov ha annunciato di voler tentare la strada del governo di minoranza, contando su eventuali “deputati responsabili” del movimento di Trifonov. Nel caso l'operazione non dovesse riuscire, i cittadini bulgari saranno però chiamati di nuovo alle urne, con tutta probabilità nel prossimo autunno.

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