La “coalizione degli ex combattenti dell'UÇK” ha vinto le elezioni di ieri in Kosovo – segnate da bassa affluenza - ma deve ora trovare una formula per creare il prossimo governo. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [12 giugno 2017]
E' la coalizione degli “ex UÇK” tra il Partito democratico, l'Alleanza per il futuro del Kosovo e il movimento NISMA ad aver vinto le elezioni di ieri in Kosovo. Secondo dati ancora non definitivi l'alleanza – formata da partiti che affondano le proprie radici nella lotta armata anti-serba degli anni '90 – avrebbe infatti conquistato il 34% del voto.
Testa a testa per il secondo posto tra il movimento radicale Vetëvendosje, che raddoppia il proprio risultato rispetto al 2014, e l'alleanza che ruota intorno alla Lega democratica del Kosovo dell'ex premier Isa Mustafa, dati entrambi intorno al 25%. Tra i partiti serbi prevista affermazione della “Lista serba”, appoggiata ufficialmente da Belgrado.
La vittoria dei “partiti dell'UÇK”, alleati dell'ultim'ora e acerrimi avversari fino a poche settimane fa, non significa però una chiara e facile formula per creare il prossimo esecutivo. Ramush Haradinaj, indicato come candidato premier dalla coalizione, avrà infatti bisogno di trovare alleati di governo, impresa non sempre facile in Kosovo, dove i negoziati politici sono lunghi e complessi e sono sfociati più volte in passato nel blocco totale delle istituzioni.
Oltre all'ottimo risultato di Vetëvendosje, che coagula il voto di protesta contro un sistema politico corrotto e inefficiente, fa ragionare l'altissima astensione: il dato ufficiale dell'affluenza – falsato però in parte al ribasso da liste elettorali non aggiornate – si è fermato al 41,4%, il più basso dall'indipendenza del 2008. Dato che conferma la crescente stanchezza e disillusione dell'elettorato kosovaro.
Vai al sito di Radio Capodistria