Ieri il governo Mustafa è stato silurato con un voto di sfiducia sostenuto anche da parte dell'alleanza di governo. Probabilmente si andrà alle urne a fine giugno. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [11 maggio 2015]
Per la terza volta consecutiva il governo in Kosovo cade prima della sua scadenza naturale. Stavolta a mettere la parola fine all'esecutivo del premier Isa Mustafa è una mozione di sfiducia voluta ieri dall'opposizione, e sostenuta da parte della maggioranza.
Finisce così la difficile coabitazione al governo tra la Lega democratica del Kosovo di Mustafa e il Partito democratico del presidente Hashim Thaçi, iniziata nel 2014 e segnata da crisi continue e dallo scontro frontale con l'opposizione, soprattutto su due partite delicate: quella sulla demarcazione del confine col Montenegro e quella sulla creazione dell'Associazione delle municipalità serbe, prevista dal dialogo politico con Belgrado.
Con la caduta del governo il voto sul confine col Montenegro, contestato dall'opposizione, verrà nuovamente rimandato. Per l'Unione europea la definizione dei confini è una condizione necessaria per procedere alla liberalizzazione dei visti per il Kosovo, ultimo paese dei Balcani rimasto sulla “lista nera” di Schengen.
Nata sotto forti pressioni della comunità internazionale dopo mesi di stallo politico, l'alleanza dei due principali partiti kosovari, storicamente rivali, aveva già da tempo mostrato evidenti segni di stanchezza: ieri i voti decisivi per silurare l'esecutivo sono arrivati proprio dal Partito democratico.
Si apre ora la strada per nuove, ennesime elezioni anticipate: il presidente Thaçi ha già iniziato le consultazioni con le forze politiche per stabilire la data del voto: tra quelle sul tavolo, la più probabile sembra il 25 giugno.
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