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Ieri i deputati kosovari hanno deciso di sciogliere il parlamento di Pristina: la decisione arriva dopo l'impasse sulla trasformazione delle forze di sicurezza in un vero e proprio esercito del Kosovo. Ora si attendono elezioni per la prima metà di giugno. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria (8 maggio 2014)

Novanta voti a favore, quattro contro e tre astenuti. E' passata ieri a larga maggioranza la proposta, presentata dai democratici del premier Hashim Thaçi di sciogliere anticipatamente il parlamento di Pristina.

La risoluzione è arrivata dopo negoziati tra le principali forze della maggioranza e dell'opposizione, concordi nel definire ormai “non-funzionale” l'attuale parlamento il cui mandato sarebbe scaduto il prossimo novembre.

Tutti i principali partiti hanno appoggiato la decisione, compresa la Lega democratica del Kosovo, che si presenta come primo sfidante al partito di Thaçi nelle prossime consultazioni. Unica eccezione, il movimento nazionalista Vetëvendosje, che ha invece chiesto le dimissioni dell'attuale governo.

Le elezioni anticipate, previste per la prima metà di giugno, non arrivano certo inattese. L'attuale coalizione di governo, tra il Partito democratico e l'Alleanza per un Nuovo Kosovo guidata dal magnate delle costruzioni Bedhjet Pacolli, negli ultimi mesi ha perso molti deputati a causa di divisioni interne, dimostrando crescente fragilità politica. Risultato: una sempre maggiore difficoltà nell'assicurare all'esecutivo i voti necessari in parlamento.

A dare il colpo di grazia all'attuale legislatura è però arrivato l'impasse politico su due questioni estremamente delicate: la trasformazione delle forze di sicurezza kosovare in un vero esercito, ed il mantenimento di seggi riservati alle minoranze nell'Assemblea nazionale. Due nodi che l'attuale parlamento non è riuscito a sbrogliare, e che dovranno essere risolti da quello che emergerà a giugno dalle elezioni anticipate. 

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