Neanche l'epidemia di COVID ferma la lunga crisi politica in Kosovo: il presidente Thaçi tenta di creare un nuovo governo nonostante l'opposizione del premier sfiduciato Albin Kurti, che accusa il capo dello stato di violare la costituzione. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [24 aprile 2020]
Neanche il coronavirus riesce a placare il surriscaldato teatro politico in Kosovo: ennesimo colpo di scena giovedì, quando il presidente Thaçi ha consegnato ad Avdullah Hoti, della Lega democratica del Kosovo il mandato per formare un nuovo governo.
L'iniziativa è stata denunciata come anticostituzionale da Albin Kurti, leader del movimento Vetëvendosje e oggi premier sfiduciato proprio dagli ex-alleati della Lega democratica, che a marzo hanno affossato il suo governo criticando le misure anti-COVID19 e contestando agli alleati di governo di mettere a rischio i rapporti con l'alleato americano.
Da allora tra Thaçi e Kurti è stato un lungo braccio di ferro: Kurti chiedeva elezioni anticipate, mentre Thaçi insisteva che Vetëvendosje nominasse un altro premier in pectore. Il movimento di Kurti non ha presentato nomi, ma neanche rifiutato ufficialmente il diritto – che gli spetta in quanto primo partito – di provare a creare un nuovo governo.
Alla fine Thaçi ha scavalcato Kurti consegnando il mandato al secondo partito, che potrebbe governare in collaborazione con l'ex premier Ramush Haradinaj e altri partiti minori, riportando così al potere quella classe politica punita dalle urne lo scorso ottobre tra accuse di corruzione e nepotismo.
Uno scenario che però non sembra dispiacere agli Stati Uniti, che intendono far ripartire in fretta il dialogo tra Serbia e Kosovo e che non hanno mai nascosto di considerare Kurti un ostacolo. Il passaggio forzato di consegne crea però un visibile scontento nell'opinione pubblica kosovara e potrebbe rianimare violente proteste di piazza, nonostante le misure di contenimento della pandemia.
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