Sale la tensione in Montenegro, dove il parlamento ha privato ieri dell'immunità due dei leader dell'opposizione, accusati di aver partecipato al presunto golpe anti-Đukanović dello scorso ottobre. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [16 febbraio 2017]
Si fa sempre più intricata la situazione politica in Montenegro. Ieri, mentre centinaia di persone protestavano nel centro di Podgorica, il parlamento – in un'atmosfera infuocata che ha visto anche tafferugli tra i deputati presenti - ha approvato la revoca dell'immunità ad Andrija Mandić e Milan Knežević, figure di spicco del Fronte Democratico all'opposizione.
Mandić e Knežević sono accusati di aver attivamente partecipato al presunto tentativo di colpo di Stato dello scorso 16 ottobre che, secondo la procura montenegrina, avrebbe tentato di rovesciare il potere costituito in concomitanza alle elezioni politiche.
I due, che respingono ogni addebito, per il momento restano a piede libero. Il Fronte democratico ha però attaccato frontalmente l'ex premier Milo Đukanović, dominatore incontrastato della scena politica montenegrina negli ultimi venticinque anni, accusandolo di voler introdurre “una vera e propria dittatura” e di fomentare una guerra civile in Montenegro.
Per la procura, invece, Mandić e Knežević sarebbero colpevoli di aver costituito “un'organizzazione criminale e golpista”, di cui farebbero parte anche i 14 cittadini serbi arrestati il 16 ottobre – tra cui l'ex capo della gendarmeria serba Branislav Dikić - ed alcuni nazionalisti russi.
Secondo gli inquirenti il piano prevedeva di creare disordini durante il processo elettorale, uccidere Đukanović, ed imporre un regime politico in grado di fermare l'ingresso del Montenegro nella Nato a favore di una politica filo-russa.