Ricorre oggi il 22simo anniversario dell'inizio dell'operazione “Tempesta”, con cui nel 1995 le truppe croate riconquistarono i territori della Krajina serba ribelle. Eventi che continuano a dividere nel ricordo Serbia e Croazia. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [4 agosto 2017]
Due date che continuano a dividere Croazia e Serbia: sono il 4 e il 5 di agosto, anniversario dell'operazione militare Oluja o “Tempesta”, con la quale nel 1995 le forze armate di Zagabria cancellarono l'autoproclamata Repubblica Serba di Krajina, riconquistando nel giro di due giorni quel 20% del territorio croato allora sotto il controllo dei ribelli serbi.
Anche quest'anno, mentre ricorre il ventiduesimo anniversario di quegli eventi, Oluja viene ricordata con toni diametralmente opposti dalle parti allora coinvolte nel conflitto. Se la Croazia si appresta a celebrare il proprio giorno della Vittoria, con l'ormai tradizionale sfilata militare a Knin, ex-capitale della Krajina serba, il governo di Belgrado e la leadership dei serbi di Bosnia si sono dati appuntamento stasera a Novi Sad per quello che è stato definito il “Giorno del ricordo” per le vittime e i profughi dell'operazione “Tempesta”.
L'avanzata lampo delle truppe croate, infatti, provocò la fuga senza ritorno di più di 150mila serbi di Croazia. Anche sulle vittime civili dell'operazione militare le stime divergono: per i croati, i morti furono poco più di 200, per i serbi invece, il numero si avvicina a 1200, di cui gran parte anziani.
Neanche la giustizia internazionale è riuscita negli anni successivi ad avvicinare le discordi interpretazioni su Oluja: il Tribunale per l'ex-Jugoslavia condannò in primo grado i comandanti croati a pene pesanti, con l'accusa di “pulizia etnica”, in appello però gli imputati, tra cui i generali Gotovina e Markač vennero pienamente assolti.
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