Continuano in Romania le proteste di piazza, nonostante il governo a guida socialdemocratica abbia ritirato il decreto “salva-corrotti” che ha spinto centinaia di migliaia di rumeni a manifestare nelle strade del paese. Francesco Martino (OBCT) per il Gr di Radio Capodistria [6 febbraio 2017]
Le proteste di piazza in Romania sono continuate ieri fino a tarda notte, con centinaia di migliaia di persone in piazza a Bucarest e nelle principali città del paese, mentre nuovi cortei sono stati annunciati anche per la giornata di oggi.
Il decreto che depenalizzava i reati di corruzione per somme inferiori ai 48mila dollari, e di cui avrebbero potuto beneficiare anche Liviu Dragnea, leader dei socialdemocratici al governo, è stato ritirato ieri dall'esecutivo: il passo indietro non sembra però al momento sufficiente a calmare gli animi.
Per l'ala più radicale della protesta, infatti, la richiesta non è più quella di garanzie che non vengano varate nuove norme a protezione di politici sospettati di corruzione, ma le dimissioni dell'attuale governo.
Accanto alle proteste di piazza - le più massiccie in Romania dal 1989, quando venne deposto il dittatore comunista Nicolae Ceaucescu – sono arrivati segnali di forte censura anche da parte di alleati importanti, come la Germania e gli Stati Uniti, che hanno definito il decreto come un grave arretramento nella lotta alla corruzione nel paese.
Nelle prossime ore, il consiglio dei ministri dovrebbe presentare una nuova proposta di legge sul codice penale, ma resta da vedere se le nuove misure saranno in grado riportare la calma o se, come temono alcuni analisti, gli scontri potrebbero escalare in violenze di piazza.
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